15 set 2014

1/8 2ª Edizione- Italiano- - Storia…sì…ma...Da: ADAMO fino a SALOMONE

storia…sì…ma     senza tante storie!
Personaggi mitici, storici,POLITICI...

     ...AMORI, Eroismi,  porcherie,  insensatezze,  sotterfugi e   
                                                pettegolezzi.

        ALDO MACOR 


Commenti:  

 Libro erudito che solamente vuole divertire, ridere un po' dei personaggi storici e di quelli che hanno preso troppo sul  serio questi personaggi storici. Non pretende essere un libro accademico ma umoristico. Pur tuttavia le sue narrazioni  partono da una ìnformazione ragionevolmente certa.
Alguni  personaggi: Adamo, Eva, Lilith, Mosè, Cleopatra, Nerone,  Il Saladino, Riccardo Cuore di Leone,  Le Fate, Martin Lutero, Lucrezia Borgia, Da Vinci, Gabribaldi, Lenin, Mussolini, Hitler, Stalin, Churchill,
 Fabrizio M,

Commenti;   Mi è piaciuto moltissimo  questo libro.  Ha spirito, saggezza e senso dell`umorismo . Una maniera differente di  avvicinarsi ai grandi personaggi della storia che sempre  abbiamo studiato ma mai conosciuto in certi loro particolari  dubbiosi, dei bemolle, quasi sempre nascosti. Un lettura molto gradevole . 







 1/                            INTRODUZIONE 


Cerchiamo di essere chiari. Io non sono uno storico, né storiografo e nemmeno un serio studioso di eventi storici e magari con un delicato olezzo a biblioteca.
 Sono semplicemente una persona che ha viaggiato un po' per il mondo, che ha studiato e letto un poco di tutto in quattro o cinque  lingue ed ancora forse ricorda qualcosa; e che ha avuto una buona dose di esperienze, in pace e in guerra, nel buono e nel cattivo tempo e in varie e svariate attività.  Con i miei 86 e passa anni, se non sono ancora morto e nemmeno decrepito di mente, dovrei poter  ricordare e raccontare  qualcosa che la vita mi ha insegnato come universitario, militare, impresario, scultore  e ultimamente anche quasi scrittore perchè... fisicamente si fatica meno. 
Mi sono sempre interessato, anche e chissà perché, di certi comportamenti umani di personaggi mitici, storici, antichi,  moderni e in ogni  ambiente. Ultimamente persino in un geriatrico al punto che ci ho vissuto dentro  due anni con  esperienze utilissime.  E senza voler forzare gli eventi, mi sono divertito a sottolinearli e commentarli cercando di ridurre almeno un po' certe aureole magari esageratelle. Con un pizzico di humor, con qualcosina  di comico, di poco conosciuto e magari anche di irriverente. Tanto per divertirsi ...e ridere delle altrui ma soprattutto delle nostre proprie debolezze. Però vorrei anche dire che i fatti umani che osserviamo o viviamo, tutti, assolutamente tutti, eventi accaduti o che accadono,  assumono tinte differenti secondo il proprio angolo visuale, certamente, ma che l’angolo visuale cambia e soprattutto aumenta con l’età. Purtroppo è l’unica cosa che aumenta, con l’etá, a parte gli acciacchi, veri biglietti da visita e presentatori di noi stessi. E ci accorgiamo che quello che abbiamo sempre  considerato importantissimo, in realtà non lo è piú tanto e magari non lo è affatto. Tutto si sente  passeggero, transitorio, fugace e in un certo senso inutile. In fondo si rimane delusi che dalle grandi aspettative di miglioramenti in generale dell’umanità,  si rimanga con un pugno di mosche in mano. Non con emotività angosciosa, ma come tranquilla, chissà distante, constatazione di un procedere forse inevitabile .  Però bisogna arrivare molto avanti con la età e con una certa ancora buona dose di  lucidità per  acquisire questa sensibilità e darsene conto.  Prima  è assolutamente impossibile. Non è solo questione di intuizione o intelligenza. É questione di cultura e sopratutto di saggezza.
Comunque nel trattare certi personaggi, di spicco o no, cerco e credo di assumere nella mia presuntuosa immodestia l’atteggiamento dell’artista -- che tra l’altro pretendo  essere -- e mi siedo sul mio sgabelletto,  con il mio tripode,  di fronte  a qualcuno che vorrei ritrattare. E guardo e vedo e ritratto persone e cose e fatti. E disegno, scrivendo, qualcuno  o qualcosa che per qualsiasi motivo mi colpisce e lo “interpreto”. Questa “interpretazione” è quella che i grandi critici d'arte chiamano “creazione”.
Spero che i miei lettori si divertano leggendo i miei raccontini. Non ho inventato ne’ falsificato nulla, coscientemente. Ho cercato di accentuare caratteri, cogliendo il lato più divertente e digeribile.
 Io mi sono rassegnato ed allo stesso tempo divertito, descrivendoli.
Fonti di informazione?
Bah, non sono mica uno storico,io !
Tutta l´accozzaglia di conoscenze che ho, nomi e fatti di personaggi è impossibile riferirli a qualcosa di preciso con note e postille noiose che magari poi nessuno legge. Il tutto forma parte di quel fagocitare incosciente di notizie cose, eventi, pregiudizi,  credenze, religioni, abitudini che, sentiti o letti, assimilati o scopiazzati, vengono ad “arricchire” il nostro cosiddetto bagaglio di cultura come i raccontini delle nostre mamme e nonnarelle.
Chi era Cappuccetto rosso o Adamo e Eva?
Qualcuno deve avercelo detto.
Vai a sapere chi...

Aldo Macor

                                       























                                 
2/100                 
                                      ADAMO.
                   Ma con chi era ? Con Eva o con Lilith? 

Chi era quella signora o signorina Lilith o Lillit o Lillith?
Prima di tutto ricordiamoci che non si può assolutamente dare una data certa, per mancanza di certificato di nascita. Chissà il 4.004 A.C.? Chissà il 4700? O addirittura il precisissimo anno del 5.872 avanti Cristo? I grandi esperti non si sono mai messi d'accordo. E tutti dicono di avere ragione. Il Pentateuco Ebreo dice una cosa. Il Pentateuco Samaritano ne dice un'altra. La Bibbia dei Settanta giura su un'altra data ancora. E questo senza  contare  i sempre presenti Babilonesi che di conti se ne intendevano; e nemmeno i Sumeri e i Veda della India, per non complicarci troppo la vita.

Chissà un giorno troveremo un bellissimo cadavere ben conservato tra i ghiacci e magari dello stesso Adamo. Gli faremo l`A.D.N. ; Cloneremo un altro Adamo e gli chiederemo quale è la sua data di nascita per cantargli la canzonetta famosa del compleanno felice anche se, magari, non troveremo mai tutte le candeline necessarie. E siccome è notorio che lui, disobbediente perché indotto dalla solita moglie curiosona, ha mangiato il frutto della conoscenza, potrà rispondere facilmente alle nostre domande ansiose e tutti i nostri dubbi spariranno.
Alla faccia degli esperti espertissimi.
In ogni modo, che si sappia o no l' anno preciso della creazione, qualche centinaia di anni prima o qualche centinaio di anni dopo, che ti frega? Il fatto importante è che la prima moglie di Adamo (che non era la famosa Rebecca) era la quasi sconosciuta Lilit o Lillit o Lilith.
“ Ma, come è possibile?- mi chiederà il sempre curioso lettore.
“ Non era Eva la moglie di Adamo?-
Carissimi, mi dispiace, ma devo dire di no.
In realtà certa letteratura rabbinica, alla quale un certo peso bisogna pur dare, parla di Lilith come prima moglie di Adamo. Ed entra in questi dettagli:
Sembra che Yevohá abbia creato prima Adamo e subito dopo Lilith e con lo stesso materiale; e con l'idea che vivessero insieme felici e contenti a parità di diritti e doveri. ( Anche se, però, per la precisione si dovrebbe chiarire che il “materiale” riservato per Lilith non era della identica qualità di quello per Adamo, ma un pochettino contaminato. Vai tu a sapere perché.
 Chissà il solito machismo che appare anche nel Massimo Fattore e da sempre!).
 Cosicché la prima donna, Lilith, non sarebbe la famosa nata dalla costola di Adamo e quindi parte di lui e pertanto sottomessa lui; ma una bella donna con gli stessi diritti dell'uomo, emancipata, una femminista ante litteramun specie di suffragette. E questi diritti lei li pretendeva, eccome, ed anche nelle relazioni intime maritali. Così che la nostra emancipata Lilith, sempre secondo certa letteratura rabbinica, non accettava nessuna sottomissione né morale né fisica all'uomo, nemmeno nel momento del coito. Niente di incubus niente di succubus, ma tutti e due uguali, a turno, una volta io di sopra e una volta tu. Nessuna posizione remissiva “alla missionaria” , come molti anni dopo ridicolizzeranno le donne ella Melanesia. Nemmeno accettava che Adamo le desse ordini con la sua supposta autorità di uomo e capo di famiglia.
Dio ci ha fatto uguali e non vedo perché io devo essere sottomessa a te!"
Chissà non aveva tutti i torti.
Pero Adamo considerò queste pretese di Lilith come una offesa imperdonabile, una insopportabile mancanza di rispetto. I Sacri Testi non entrano in alti dettagli. Se Adamo le abbia dato il primo bel ceffone come magari si sarebbe anche meritato per la sua insolenza, non si sa. Quel che è certo è che i due si separarono. Alcuni dicono che Lilith se ne andò, furibonda, sbattendo la porta. Chi dice che Adamo la sbatté fuori di casa:
“ Lasciami in pace. Preferisco stare solo e non con una nevrastenica”.
Sia come sia, sembra che Lilith abbia cominciato a dare giravolte nella penisola arabica.
Pero, siamo franchi, una bella donna, sola, emancipata, facendo giretti nella penisola arabica, cosa poteva succedere? Successe che conobbe, e questa volta nel bel senso biblico, “conobbe”, intendo , una infinità di esseri, dissero “demoni”, pero del genere maschile e con questi signori cominció a darsi da fare. E vennero tanti bei rampolli che si chiamarono Lilim.
E Adamo?
Il povero Adamo, sappiamo bene come siamo noi, poveri uomini. Alle volte le sgridiamo, alle volte ci litighiamo, Altre volte magari anche peggio... e ci prendiamo noi delle botte...però... si sa... insomma, non possiamo vivere senza di loro.
Cosi che il nostro Adamo stava solo soletto, senza compagnia. Certo, è vero c'era il  cane, il fedele Fido, che lo guardava con i suoi occhi buoni e sicuramente lo compativa. Certo, c'erano anche le cagnette e le altre femminucce di altri animali; Adamo, disperato, provò anche con loro ( sempre e secondo certa letteratura rabbinica ) ma non ci provò gusto un gran che. Allora finalmente Adamo si diresse a Yehovà :
Sono stanco di stare solo! Anche io voglio una compagna che sia come me....Magari solo con una piccola differenza...Mi sono stufato di fare all'amore con le caprette anche se sono vezzose!
Allora Dio comprese, finalmente, che aveva sbagliato qualcosa. Che Adamo aveva bisogno di una vera compagna, di una vera donna e che il sistema della parità dei diritti e doveri non aveva funzionato. E allora (e questo lo dice anche il Corano), il Misericordioso, l `Infallibile, approfittando del famoso sonno di Adamo, non sappiamo se con anestesia o senza anestesia, gli tolse una costola, una bella costoletta e fece Eva. Però...chiarendo molto...chiaramente, (e in questo la letteratura cristiana, rabbinica e la coranica coincidono completamente), chiarendo, ripeto, che in questo caso chi comandava era lui, l `uomo, fatto a sua immagine e somiglianza.
Se andiamo a vedere adesso quello che dice la letteratura Coranica a proposito di questi fatti, importantissimi, troveremo molte somiglianze ma anche molte differenze. Non importa. Si sa che il mistero forma parte dell'ambiente sacro. Andiamo a vedere cosa dice la letteratura Coranica. Dopo la famosa attrippata di mele una volta sbattuti fiori in malo modo dagli angeli del Misericordioso, il nostro Adamo cadde a Sarandib cioè a Ceylon o Skri Lanka, come si chiama adesso e la nostra Eva, la tentatrice e peccaminosa Eva, cadde a Jidda, in Arabia. Un po` distanti tra di loro. Infatti, sempre secondo la letteratura coranica ci vollero la bellezza di 200 anni per inconcontrarsi. E secondo gli ordini ricevuti dal Misericordioso -- Allah sempre sarà il Misericordioso e l´Infallibile -- cominciarono a fare certe cosette che nel Paradiso forse non le facevano. E da li nacquero i primi figli, i primi uomini e donne, con l'ombelico, i famosi Caino e Abele. Si, certamente con l` ombelico perché Adamo e Eva l'ombelico non lo avevano, ovviamente. E i famosi Caino ed Abele nacquero, ognuno dei due, con la loro sorellina gemella e cosi si spiega finalmente come si iniziò a popolare il mondo  e che l` incesto fu all'inizio delle civiltà.
Per terzo nacque Set. Pero lui fu l'unico dei tre  a nascere  solo, senza sorellina gemella. Si dedicò a fare il sacerdote e alla masturbazione. Mi sembra più che giusto. Dopo questi tre parti iniziali -  continua a chiarire la letteratura coranica -  la nostra Eva ebbe altri venti parti gemellari e il   vigoroso Adamo, immaginate che primato, ebbe la bellezza di 40.000 bambolotti tra maschi e femmine. Con chi? Ovviamente con le sorelline dei suoi figli. E morì, una volta adempiuto al suo compito di progenitore incestuoso e adultero, alla tenera età di 930 anni.
Alcuna differenza tra le due letterature ? Tra la coranica e la rabbinica? La coranica non parla affatto di Lilith. Mai. Somiglianze? Sia l'una che l'altra, non ci danno il nome nemmeno di una sola della figlie, nemmeno una. Senza nome. Macchine da riproduzione?
E cosi le ingiustizie con le signore donne cominciarono da antichissima data.
Avanti donne, alla riscossa....
Ed adesso finalmente hanno cominciato a riscuotersi.
Magari  troppo.
Comunque, buona fortuna.





 3/            NOE'-----SEM-----CAM-----IAFET 
                               



Quella di papà Noè è una figura simpaticissima che appare per il naso rosso e una certa tendenza a alzar di gomito, si diceva un tempo. E fu per questo che passò alla leggenda, ai canti goliardici, ai cori degli alpini. Bevevano i nostri padri? Bevevano le nostre madri? … e con quello che segue.
La questione dell'Arca di Noè, del Monte Ararat, del Diluvio Universale è senz'altro secondaria. Il Vinassa Vinassa è più importante, forse.
Però in questa sede ci occuperemo di soprattutto di questo, dell'Arca.
Dunque: La questione dell'Arca e del Diluvio appare in diverse culture o pseudo culture, miti, leggende e fantasie. Tutti gli eventi si riferiscono a fatti lontanissimi nel tempo. Il che fa supporre che può darsi che in un certo momento qualche pioggerellina un po più consistente sia caduta dai cieli.
Racconti, episodi più o meno lunghi iniziano dal cosiddetto Poema di Gilgamesh, in Babilonia e Sumeria, donde appare un certo Utnapishtim che costruirà una bella barca anzi un barcone enorme cosi salverà tutto il genere umano con contorno di animali in coppia e semi e attrezzi per far rivivere l'agricoltura, piante e ortaggi. Compresa ovviamente la cannabis indica, per sollazzi vari.
E a proposito di indico, nella India Vedica ci sarà un certo Manù, con simili funzioni di bagnino salvavita, aiutato da un misterioso pesciolino, ovviamente incarnazione di Visnú. Visnú: Uno delle tre persone della Santissima Trimurti Divina, la Trinità Cristiana in versione indiana: Brama, Visnu e Schiva.
Omne trinum est perfectum, dicevano i romani, ma  a proposito del ménage à troi. Bene, Stiamo evadendo. Chiedo scusa,
Tra gli Aztechi troveremo la Dea dell'Acqua , Chalchitlicue, che pure lei interviene durante un enorme e grande Acquazzone-Diluvio, laggiù in Messico.
Ma anche i Maya non sono da meno. Il Dio Uragano produrrà piogge da uragano, ovviamente e per farsi perdonare non si sa da chi, interviene nella creazione dell'uomo cominciando con il mais e non con la polvere come Jahvè. Più commestibile insomma.
Ed anche in altre culture meno esotiche, per noi europei, si parla di diluvi e inondazioni come castigo della divinità. Nella nostra Grecia abbiamo Zeus che manda anche lui un bel diluvio; però gli uomini, cattivi ma intelligenti, avevano già formato una specie di sindacato a difesa dei loro interessi. E Deucalione, figlio di Prometeo, altro sindacalista, quello che inventò i fiammiferi per dare l'uso del fuoco agli uomini, anche Deucalione, dicevo, sindacalista junior, si trasformerà in armatore marittimo per salvare l' umanità.
La versione che più conosciamo in quest'occidente chissà responsabile del poco di buono e di tanto del male di questo mondo, è senz'altro quella del Noè del quale parla la Bibbia, libro sacro o semi sacro o con fama di sacro nel quale dicono di credere ebrei, cristiani e musulmani. Questo signore, Noè , obbedisce gli ordini del suo dio. Javhe non era ancora il dio unico e di tutti ma solamente degli ebrei . E gli Ordini Divini a Noè sono con precise dettagli li lunghezza, spessore, materiali eccetera. Un disegno architettonico fuori classe, naturalmente, per ricevere approvvigionamenti per decine di coppie di animali, alimenti, acqua, vestiti, coperte, aggeggi sanitari. Gli animali dovevano essere maschio e femmina, gli omosessuali non erano previsti a quei tempi, forse perché lo erano un po tutti. Comunque ci sarà il grande Noè, patriarca e i suoi tre figli maschi, principali, con il corrispondente codazzo di mogli e figli, Saranno SEM, che darà origine ai Semiti, ebrei ed arabi. CAM, che darà origine ai negretti e Giafet che darà origine ai Giafiti, ossia agli europei.
Gli altri? Non esistevano. America , i Poli, Oceania non esistevano.  Non li conoscevano. O non gliene fregava niente a nessuno.
E a fare glu glu sott'acqua...
Però...Noè era Noè e doveva ubriacarsi con questa nuova moda di bere l' uva schiacciata con i piedi! Sissignori, il grave serio, prediletto da Dio, il Grande Noè, salvatore dell'umanità si ubriacò come un carrettiere e cominciò a passeggiare barcollando nudo come un verme per la casa. Sacrilegio! Sacrilegio!
Ma nessuno aveva il coraggio di fare niente. Non solo; il figlio negretto, Cam, si mise a ridere di lui, a prenderlo in giro e farsi beffe. Ja ja ja guarda un po quel vecchio lì, tutto nudo e ubriaco fradicio. E giù a ridere. Di questo atteggiamento, poi con il tempo, certi studiosi dedussero, immaginarsi un po che fantasia, che tra il padre Noè e il figlio Cam ci fosse del tenero...in maniera antinaturale. La prima coppia gay? Be', insomma, io non lo so. Lo ho letto da qualche parte. Chissà dove. E cosi lo riporto. Comunque, tra uomini, donne e animali ne succedevano di tutti i colori, a quei tempi.
Gli altri due fratelli, invece, gay o non gay, timorosi di Dio e rispettosi del padre, lo coprirono alla bene e meglio con delle coperte...e aspettarono che gli passasse la sbornia.
E quando poi la sbornia gli passò, il vecchio Noè, invece di chiedere scusa ai figli e alla moglie per il ridicolo comportamento, sapete cose fece? Roba da matti. Se la prese con Cam, il negretto che, secondo lui, gli era mancato di rispetto e lo cacciò di casa. E Cam. con la moglie negretta e i figli e figlie negrette, fece su fagotto, baracca e burattini e se ne andò ramingo a girare per il mondo, che intanto si era asciugato. E lo stramaledisse. Stramaledisse lui, i suoi figli , i figli dei suoi figli, in eterno e lo condannò ad essere schiavo e servitore degli altri fratelli!  
E cosi, con questo generoso atto di vendetta irrazionale, cominciò il traffico dei negri. Cominciò la storiella della schiavitù dei negri discendenti maledetti di Cam. 

E passa il tempo...
















 4/                        ABRAMO E SARA

                                ( 2.100 A.C.?)



E cosi arriviamo ai tempi di Abramo. Quanto tempo? I tempi biblici. sono molto vaghi e contraddittori.
Le persone vivono, secondo le traduzioni più fedeli, fino a centinaia di anni. Misuravano gli anni in maniera differente, evidentemente. Impossibile che Noè abbia vissuto più di novecento anni, anche se beveva del miglior e genuino vino senza pestare i calli a nessuno.
Si diceva che Noè mori quando Abramo stava nascendo. Vattelo a pesca! Ci sono vari esempi di stranissime longevità... Il Faraone doveva essere un gran degenerato sessuale se gli piacevano le donne come Sara, la sorella-moglie di Abramo...Quando Abramo andò in Egitto per la prima volta, per il suo commercio, viaggiò con il cammello e sua moglie lo accompagnava.  Si sa che in quel tempo  Sara era già una donna di sessantanni. A sessantanni e forse più, la Sofia Loren è ancora una bella donna, più o meno; ma con tutti i trucchetti della chirurgia plastica. Però, siamo franchi, come poteva essere una contadina - nomade di sessantanni, a quei tempi? Sicuramente senza denti, rugosa, come una centenaria oggigiorno e se va bene. Eppure si disse che Abramo dovette nasconderla per timore che lo accoppassero a lui e che la sua donna la portassero ad arricchire l'harem del Faraone. Quindi o il faraone era un degenerato e questo era possibile; o la nostra pura e bella  Sara  non aveva più di venti anni, per essere appetibile a un Faraone che aveva a sua disposizione giovani di ogni sesso ed età per le sue esigenze libidinose. E questo è ancora più possibile.
Addirittura poi nacque un`altra storiella, probabilmente storiella, che diceva che in quell'occasione del viaggio in Egitto la pura e casta Sara avesse avuto, forse obbligata, un bell`affaire con il Faraone. E dal quale misterioso e politico affaire con il Faraone, si diceva, fosse nato il famosissimo Isacco-Israele, capostipite dei figli di Israele e padre di Giuseppe. Si, certo, quel Giuseppe figlio favorito di  Rebecca, venduto dai suoi fratelli cattivi, rivenduto al ministro egiziano Putifarre e che poi divenne Ministro importantissimo di un altro Faraone, ai tempi dei sette anni di vacche magre. Ed appunto,  si disse, divenne Ministro d´Egitto perchè avere sangua faraonica nelle sue vene. 
Un altro caso di come gli anni venivano calcolati in maniera “biblica” è che Agar, la bella schiava etiopica amante concubina autorizzata da Sara, porterà in grembo, scacciata dal clan, il suo “nenè” Ismaele, futuro capostipite delle dodici tribù arabe, quando il povero piccino  avrà  la tenerissima età di 16 anni.
Bene, insomma un sacco di storie e storielle una più inverosimile dell'altra.
E, se non fossero state tanto inverosimili? Che ne sappiamo noi, adesso? Se non sappiamo o non possiamo ancora dare un giudizio storico obiettivo serio su eventi di cento anni fa, come si poteva essere certi di fatti riportati da generazioni di chiacchieroni e  per centinaia di anni ?
Così sono e così erano le sacre scritture di tutte le religioni ed i racconti su fatti antichi. Veneremus cernui, canta un vecchio inno. E crediamo senza farci domande, senza chiederci nulla, crediamo ciecamente. Come accadde con Lenin,  Stalin, Mussolini o  Fidel e tiriamo a campare.
E poi un bel giorno ci dicono che erano delinquenti. Insomma i fessi siamo noi che crediamo a tutto.

Ed ora, dopo aver fatto questa bella scoperta e sorvolato i tempi, torniamo a parlare del nostro Abramo.
Dunque, il nostro Abramo era nato in Ur, Caldea - Sumeria, al sud dell'attuale Iraq. Ma forse non erano nemmeno originari di Sumer ma di una regione più lontana ancora, dell'India, dalle parti dell'Indo, dove era esistita la antichissima civiltà di Mojenjo Dario. E forse anche loro, come i loro quasi parenti, quelli che con il tempo saranno chiamati gli Zingari, erano stati scacciati dalle loro primitive regioni da una non definita emigrazione di Ari conquistatori. Forse, chissà i biondi Achei di Omero. O i Dori?
Ma anche queste sono congetture, però annoverate tra le possibilità.
Il fatto più certo è che questo Abramo, originario di Ur, Sumer, dopo  aver sentito le voci del suo Dio, decise di emigrare al nord, verso una nuova non definita Terra Promessa. Promessa da Dio, naturalmente. Dal suo Dio. Questi antichi gruppi tribali avevano ognuno di essi i propri Dei speciali cosi come i Romani avranno i loro Penati. E se li portavano dietro con loro. Come i soldati e i chofer di taxi le immaginette dei Santi protettori.
Cosicché il buon Adamo partì da Ur. Portò con se il vecchio padre Tajor e, siccome era “selettivo”, per non dire razzista, si sposò con la sua sorellina Sara. Per non contaminare il sangue.
E con i suoi cammelli incomincio il suo peregrinare.
Questa prima peregrinazione chissà non era la appropriata e nella la nuova terra in Harán mori il vecchio padre, alla giovane età di 205 anni. Dio parlò un'altra volta con Abramo e questi ripartì, raccogliendo nel cammino  anche il nipote Lot, che viveva a Sodoma e la cui moglie si trasformerà nella famosissima statua di sale.
La faccenda fu così: dicono i Sacri Testi che Dio, in gran confidenza, come in una confabulazione segreta, aveva detto a Abramo che avrebbe distrutto Sodoma e Gomorra, due città piene di vizi e peccatori. Dove pullulavano le orgie più sfrenate con gran allegria e felicità e piacere dei suoi abitanti degenerati. Ma Dio è Dio e sembra che ci provi gusto a proibire le cose più interessanti per noi poveri uomini. Fatto sta che il buon Abramo ricordò allora che in Sodoma viveva un suo nipote, quel Lot di cui abbiamo appena accennato e chiese al suo dio il favore di risparmiarlo. Dio accettò di fare il favore al nipote di Abramo, dando cosi inizio alle serie di nepotismi-favoritismi come variante accettabile del comportamento umano.
Pose una sola condizione: la contropartita.
Il Do ut des, diranno i Romani. Io te do ´na cosa a te e tu me dai `na cosa a me, diranno più tardi i napoletani, Tutto il mondo è paese, in fondo e in tutti i tempi. Anche per il Padre Eterno.
Cosa ottengono poi i tanti schiamazzi dei Savonarola? Fare la fine del morto ammazzato.
La condizione era che ne´ Lot ne` nessuno della sua famiglia doveva volger la testa per vedere l`orrore del gran Castigo di Dio alle due città del peccato.
Però la moglie di Lot non seppe resistere alla tipica curiosità femminile di curiosare  cosa succedeva alle sue amiche.
Volse il capo.
E lì stesso rimase pietrificata in sale.
Spaventatissimo il nostro coraggioso Lot insieme alle sue due figlie si nascose, non si sa bene da cosa, in una zona solitaria dove nessuno lo potesse trovare. Però dopo un po di tempo, le due fanciulle si stufarono di stare sole con il vecchio padre lavorando l'uncinetto e senza  un amichetto per i fine settimana. Le donne, a quei tempi, cercavano disperatamente un marito per avere quella discendenza maschile che assicurava continuità al clan-tribù e che era priorità assoluta per loro. Insomma, la funzione femminile  era produrre figli maschi.
In mancanza di uomini, cosa ti decidono `ste due ragazzotte? Cercano di fare ubriacare almeno un po il rispettato padre che, vedi caso, era anche uomo. E ...“concepirono da lui” ( Genesi 19-30 e 19-38 ).
Cosi le due ragazze, non per inconfessabili desideri libidinosi ma bensì sacrificandosi per il bene della patria-tribù, commisero uno dei primi incesti della storia.
Ed intanto l'altrettanto coraggioso Abramo, sempre timoroso e rispettoso del potere di Dio, arriva con la sua bella tribù, tra cammelli, canti e litanie  nella terra di Canaan, la zona della terra fertile, più o meno la Palestina ed attuale Israele. Una bella terra piena di verde. Altroché deserto! La Terra Promessa, insomma. Mica fesso, Abramo. E lì, in Sichém, piantò le sue tende. E li, camminando, deambulando, esplorando, commerciando per la intera zona e spingendosi persino in Egitto, il bravo Abramo si fece un sacco di soldi.  
...Pero non era ancora felice e contento. Perché? Perché la sua cara ed amata sposa , la brava Sara, ormai di 75 anni, non gli aveva ancora dato il tanto sperato figlio maschio. Allora Sara, comprensiva e seguendo sia pur di controvoglia certe tradizioni, chiese e in un certo senso autorizzò suo marito ad avere rapporti maritali con la sua schiava etiope, la giovane, bella e simpatica negretta Agar.
Secondo la legge del tempo, il figlio che l'uomo poteva avere con la schiava della moglie era considerato come figlio della stessa moglie. La madre naturale non contava affatto: era una schiava e niente più. Una semplice portatrice. Come affittare la pancia, insomma. Cosicché la compiacente e generosa Sara tutto questo lo fece e concesse per ottenere legalmente la tanto desiderata discendenza maschile ed assicurare la continuità della famiglia. Abramo allora e sempre obbediente, dette una occhiata alla bella negretta che gli sorrideva teneramente; finse che fosse la prima volta che la guardava ed accettò la proposta di Sara. Rassegnato? Con allegria? Non si sa. Meglio non saperlo.
E cominciò il dai e dai con la negrettina. Nacque finalmente il maschietto e lo chiamarono Ismaele. Evviva! è arrivato finalmente il figlio maschio.  
Però il buon Abramo, che intanto era arrivato ai suoi bei 86 annetti, anche dopo la nascita di  Ismaele continuava imperterrito ad obbedire alla moglie e sollazzarsi con la schiavetta. Era prudente il bravo Abramo. Sicuramente pensava che era meglio cercarne un secondo, di maschio, anche se un po negretto, per essere sicuro di assicurare la continuità alla tribù. Saggio uomo era Abramo. Pero, le donne son donne e a un certo momento tutte queste ripetute visite di Abramo alla tenda di Arar cominciarono a dare sui nervi a Sara. E anche lei si diresse a Dio. Questi, mosso a compassione dalle preghiere della donna, le mandò il sempre servizievole angelo con una bella annunciazione su tutte le regole. Che doveva essere contenta, perché anche lei, Sara, avrebbe avuto il tanto desiderato figlio maschio. Sara era donna. Le donne alle volte sono irriverenti. Guardò l'angelo di Dio e sbottò in una risata. Come è possibile che ai miei 75 anni possa avere un figlio?E ridi che ti ridi... e credo che Sara fu la unica persona a ridere nella Bibbia. Nessuno mai rise nemmeno un po’.
Ma i disegni di Dio sono imperscrutabili. Sara ebbe il suo bel bebè, tutto intero, che piangeva e mangiava come un lupetto. Sara sarà  felice! Abramo, in fondo, anche lui
Lei aveva 75 anni, lui 86. Ancora oggi gli scientifici invidiosi si chiedono che razza di erbe miracolose devono aver trovato Abramo e Sara in quei deserti pieni di scorpioni. Per questo ancora oggi ci sono una bella quantità di tour turistici per la Palestina. Non vanno per altro: arqueologia? ma neanche a pensarci!vanno in cerca di quelle erbe mircolose e ancora non le hanno trovate. Al trovarle e industrlizzarle, finiranno tutte le lotte in Palestina. 
Quando arrivò ai suoi 99 anni, il buon e miracolato Abramo ricevette un'altra conferma dal suo Dio. 
 Che sarebbe diventato capo ed iniziatore di una grande nazione, il popolo eletto, però che doveva fare un piccolo cambio di pronuncia al suo nome e a quello di sua moglie. E che doveva  sigillare questo patto di alleanza, una specie di Patto d'acciaio: perché Dio potesse riconoscere il suo popolo prediletto, tutti i maschi dovrebbero d' ora in avanti offrire il loro prepuzio a Dio.Un specie di peresentat’arm!
Cosa è un prepuzio a cambio di tanto onore? E, tra l` altro, evitare il rischio di fimosi? Cosi che il bravo Abramo, con mano sicura nonostante i 99 anni, prese un bel coltellino e ZASSS tagliò il prepuzio a se stesso, a Ismaele e a tutti i maschi del popolo eletto!
Passa ancora un po’ di tempo e Sara sarà sempre meno tollerante delle visite di Abramo alla sua bella Agar.
Eh... sì.. perché il vecchietto arzillo continuava imperterrito... Cosicché un bel giorno non resse più e gli disse bruscamente a Abramo che le belle feste con Agar erano terminate.  Che basta. Abramo come sempre obbediente e timoroso e mai si seppe se più timoroso di Dio o di sua moglie, dette la buonuscita a Agar, al figlio  Ismaele e li cacciò dalla tribù.
E Agar, con il ragazzino in grembo, si allontanò tristemente a morte sicura tra gli scorpioni e le dune del deserto, piangendo il suo destino.
Cosa ti succede allora? Interviene il Corano ad illustrare certi dettagli di sopravvivenza.
Il buon Allah , ossia lo stesso Dio di Abramo però in versione araba e mussulmana, il Misericordioso Allah, interviene ancora una volta.
Yahvè , il dio di Abramo, parlava ebreo; e Allah, lo stesso dio di Abramo, parlava arabo. Questo Dio dalla doppia cittadinanza, in certi  casi favoriva gli ebrei e in altri favoriva  i mussulmani.
 Ma che pretendiamo noi uomini?
Se ci hanno fatto a loro immagine e somiglianza, anche Loro saranno un po’ come noi, si o no?
Nella versione araba, Allah fece scaturire nel bel mezzo dell'infuocato deserto una bellissima sorgente di acqua cristallina e fresca. Così Agar e Ismaele si salvarono e da quel momento Ismaele sarà l'iniziatore del popolo arabo, delle dodici tribù arabe.
Le dodici tribù di Israele e le dodici tribù di Ismaele, ebrei e mussulmani, discendenti dei due figli di Abramo, Isacco e Ismaele, potranno cosi cominciare allegramente a sbudellarsi  a vicenda nei secoli dei secoli nel nome dei loro antenati comuni.  
E il tutto per colpa di un mènage á trois mal digerito. E di una donna. E di un uomo debole. E di un Dio bifronte come il Giano Romano.   
Continua a passare il tempo.
E passa anche per Isacco, il figlio di Sara. Sappiamo che era rimasto il solo ed unico figlio del padre Abramo da quando erano stati sbattuti fuori dal clan la schiavetta etiope Agar con il figlio Ismaele, per fare cosa gradita a Sara. Si verifica allora un evento straordinario, che segnerà definitivamente il fine dell'uso di sacrifici umani, per lo meno in Asia minore. Yahvè chiede a Abramo come ulteriore prova di fede assoluta il sacrificio nel Sacro Altare del figlio unico Isacco.
Abramo si terrorizza. E anche se spaventatissimo al pensare cosa mai gli griderà Sara, accede alla volontà divina. Porta l'ignaro figlio all'Ara del Sacrificio, alza il coltello sacrificale, il cuore gli trema, gli occhi atterrati e... in quel momento preciso arriva la cavalleria di John Waine e la mano dell'Angelo impedirà il sacrificio umano.
Yahvè, soddisfatto per la prova di fedeltà, si accontenterà di un appetitoso agnello.
E da allora nacque la bella abitudine di mangiare l'agnello.
... AGNVS DEI...
Passano altri venti anni e Sara morirà ai suoi 127. Ed Abramo con i suoi belli 137 è ancora un pellegrino, un nomade , un senza tetto. Nella terra di Canaan continuano a considerarlo un forestiero che sperano di passaggio;  per questo vuol dare segno di stabilirsi lì. Vuole il diritto di Residenza pur mantenendo il suo di Cittadinanza. Vuole comprare e comprerà un terreno in Hebròn, vicino a Gerusalemme. Sarà poco di più di una grotta, da trasformare in cimitero. Pagherà 400 monete d'argento in una specie di atto solenne alla presenza di tutti gli anziani Ittiti. Il primo pezzo di terra in Palestina per Abramo e i suoi discendenti.
Generalmente le Patrie si conquistano, con eroismi, ammazzamenti e fanfare. Abramo, da bravo mercante, la comprò.
Dopo questo il Padre Abramo cominciò a preoccuparsi per ottenere una sposa conveniente per suo figlio Isacco, che a conti fatti, doveva essere già sulla cinquantina. E non poteva essere una filistea qualsiasi, ma di buona razza.
E la prescelta fu Rebecca, la nipote di suo zio Najor.  Vuole la tradizione che Rebecca, giovane e vergine, quando vide da lontano l'uomo al quale era stata promessa, si emozionò tanto ( non si sa bene se perché era bello o brutto) che capitombolò giù dal cammello. E Rebecca sarà quella sposa che dopo venti anni di matrimonio finalmente si decise ed ebbe un bel parto. Ma non era un figlio solo. Fu un parto gemellare. E furono Giacobbe ed Esaù. Giacobbe il futuro Israele ed Esaù il famoso mangiatore di lenticchie.  E Abramo avrà raggiunto i 160 anni.
Vecchio bacucco?
No!
L'ancora arzillo Abramo, rimasto vedovo da un pezzo, dopo aver pianto Sara secondo le tradizioni, ad un certo momento si era sposato ancora e con una certa Cetura. Ma si dava da fare anche con varie concubine, senza guardare tanto per il sottile  e che gli partorivano figli qua e là.
Ma il mandrillo Abramo era anche prudente e mandò tutti questi figlioli di ultima ora a vivere lontano, in Arabia, per non distogliere dal suo destino fatale il favorito e privilegiato Giacobbe-Israele.
E finalmente morì anche lui, anche il Padre Abramo, venerato prima dai soli ebrei, poi anche dai Cristiani e finalmente, sei secoli dopo, con Maometto, anche dai Mussulmani.
Ebrei, Cristiani e Mussulmani, nel nome di Jahvè, della Croce e di Allah continueranno ad accopparsi tra di loro.  E tutti erano discendenti di Abramo. Poi, con il tempo, arriverà un certo San Agostino  a dire che gli Ebrei sono  solamente discendenti  carnali ma che i veri figli di Abramo sono solamente  i cristiani.  Cosi disse e cosi scrisse.
E trecento anni dopo Sant`Agostino, quando arriverà il Profeta e il trionfo dell'Islamismo,  verso il 600, questi personaggi antichi riceveranno tutti la cittadinanza Islamica e si dirà che il figlio che Abramo stava per sacrificare non era Isacco ma il buon mussulmano Ismaele e che l'angelo arrivato a tempo per fermare la mano dell´ obbediente Abramo era stato mandato da Allah,  il Misericordioso. Ma questa è un`altra storia.
Cosicché, nella grotta Macpelà, a Hebròn e secondo la tradizione ebrea e poi anche cristiana, riposano più o meno in pace il Padre Abramo, Sara, Isacco, Rebecca e Giacobbe (Israele), con Rachele e Lea, una per parte.
















5/      ISACCO, REBECCA , ESAÙ, GIACOBBE
                   (ISRAEL), RACHELE E LEA




Con questi bei tipi di Patriarchi e con la Matriarca Rebecca, la questione assume caratteristiche speciali, inusuali anche per quei tempi. Perché si parlerà di inganni, mancanza di rispetto per il vecchio padre, un vago tono di commedia alla Plauto come la mascherata-beffa  con pelle di capra; si parlerà di furto, di mala fede, di gelosia tra spose e concubine, di situazioni comiche alla Comédie- Française.
Ma andiamo per ordine.

Rebecca, la ragazza ingenua che per l' emozione era caduta dal cammello al vedere da lontano il suo promesso sposo, Isacco, dopo un bel numero di anni finalmente ebbe una bella sorpresa. Non uno, ma due figlioli gemelli. Però, come spesso succede tra fratellini, i due cominciarono a litigare subito tra di loro persino dentro il ventre della mamma.
Con il tempo, il buon Padre Isacco dimostrerà  una certa preferenza per Esaù, quello che nacque prima. Invece la mamma Rebecca la avrà per Giacobbe, chissà più timido ma dolce, ma nient'affatto ingenuo.

               Passa il tempo, i bimbi crescono, le mamme imbiancano ed un giorno fatidico Esaù, esperto cacciatore, tornerà a casa morto di fame e un piatto di lenticchie passerà alla storia. Erano cosi appetitose, quelle lenticchie, anche senza cotechino e si vedevano cosi invitanti nel piatto di Giacobbe, che Esaù ne chiese un po´a suo fratello. El il fratellino, furbacchione, con aria ingenua gli propose il famigerato scambio: ti do tutte le mie lenticchie e tu mi passi il tuo diritto alla Primogenitura. La Primogenitura, i diritti della primogenitura non era una cosa solamene formale ed affettiva ma con i suoi bei valori economici di preferenze al momento dell´eredità.
Esaù, goloso, affamato e un po fessacchiotto, non stette a pensarci molto.
Ma cosa me ne faccio della primogenitura se adesso crepo di fame ?
Ed accettò.

                 Continua a passare il tempo.
              Quando il vecchio padre Isacco diventò ancora più vecchio e quasi cieco, volle adempiere alla tradizione e benedire Esaù, che era e lui considerava il suo primogenito ed investirlo dell'autorità che gli concedeva la tradizione.
Però la astutissima Rebecca e il no meno astuto Giacobbe, si confabularono e decisero che, approfittando di un'assenza di Esaù, instancabile cacciatore, il furbastro Giacobbe si vestirebbe con una pelle di capra in modo che il vecchio e quasi cieco padre, al toccarlo, potessere presumere che si trattasse di Esaù, il pelosissimo Esaù e lo benedicesse con la Primogenitura, ufficialmente.
E cosi accadde.
Il vecchio Isacco, un po’ senile, un po’ rimbamba, mezzo cieco e adesso anche burlato, dette la sua benedizione... la primogenitura... la eredità e tutto il resto, secondo la tradizione all´uomo che credeva fosse Esaù ma che invece era Giacobbe vestito da capra.
Al tornare dalla sua scorreria di caccia, al rendersi conto della giocata,  quel fessacchiotto di Esaù si incazzò come una bestia.
Non si ricordò o non volle ricordare l´ accordo fatto anni prima con il fratello. O pensava che fosse uno scherzo, chissà. Fatto sta che furibondo si mise a rovistare tutta la casa per scovare Giacobbe e ammazzarlo su due piedi. Mica scherzava!
La dolce e imbrogliona mamma Rebecca, spaventata e preoccupata, mandò allora il suo preferito Giacobbe, primogenito per benedizione e per inganno, a nascondersi nelle terre e in casa di un suo fratello, un certo Leban, fino a che sbollisse la rabbia di Esaù.
E cosi successe.
Arrivato alle terre dello zio, dopo gli abbracci di rigore Giacobbe vide la cuginetta Rachele, carina simpatica e si innamorò di lei. Subito. Ma non aveva i soldi per comprarla, come si usava a quei tempi.  Cosi che con lo zio arrivarono ad un accordo. Tu lavori 7 anni per me ed io ti darò per sposa la mia figliola Rachele. E lavorò bene in questi sette anni, il nostro Giacobbe e, naturalmente, senza nemmeno toccare la ragazzina.
Arriva finalmente il giorno delle nozze, feste eccetera. Pero la notte di nozze, la famosa Prima Notte, il nostro Giacobbe, da fratello imbroglione con Esaù, si trasforma in un povero imbrogliato. Perché ? Perché quel bel tipetto dello zio, nel letto, di notte, di contrabbando, al buio e tutta profumata, ci mise zitto zitto la figlia maggiore, Lea. Era un po´ bruttina ma come buon padre doveva pur trovarle un marito, magari a metà.
Quando il focoso Giacobbe entrò nella camera da letto, chissà por il vino bevuto, o chissà per mancanza di illuminazione, non riconobbe Lea, però sì, la conobbe nel senso Biblico, ossia giacque con lei e fornicò gagliardamente tutta la notte credendola la sua amata Rachele.
Quell'imbroglione di Leban voleva  prendere tue piccioni con una fava e la mattina successiva, propose all´esausto ma deluso Giacobbe: Ti darò anche Rachele come moglie ma a condizione che tu lavori altri sette anni per me.
Forse avrebbe dovuto mandare tutti al diavolo. Ma non lo fece. Ed accettò la riproposta di Leban. Altri sette anni di lavoro, 14 in tutto;  in questo periodo Giacobbe divenne uomo ricco. 
Però gli altri parenti e familiari di Laban, gelosi del suo successo economico, gli facevano la vita impossibile. Ed allora intervenne ancora un volta il dio egli ebrei che oramai era Yahvè e gli consigliò, o gli ordinò, di tornare nella terra dei suoi padri.
Obbediente e timoroso di Yahvè, il caro Giacobbe scappò dalla casa dello zio, con le due mogli, Rachele e Lea, una per mano. E qui, divertentissimo caso, la bella e ancor giovane sposa Rachele, forse per avere un romantico ricordo di famiglia o per fregare il vecchio padre che la aveva obbligata a aspettare ben 14 anni prima di sposarsi con Giacobbe, cosa ti aveva fatto prima di scappare? Aveva rubato certe cose di valore del padre, un icono bello e prezioso che il vecchio Leban cercò e cercò e non trovò mai!
Insomma, era tutta una famiglia di gente onesta.

E nella dolce  strada del ritorno, con Rachele, Lea e gli immancabili cammelli, si produsse l'evento meraviglioso che definitivamente qualificò Israele come il Popolo Eletto da Dio.
Ci sarà una specie di assalto, una lotta,  chissà una  sfida,  di un Personaggio Misterioso contro Giacobbe.
Un Angelo? Dio stesso in persona? Arrivati alla fine del “combattimento”, apparentemente senza vincitori e vinti nel senso tradizionale di vittoria o sconfitta, ma di una specie di prova, il Personaggio Misterioso sentenziò che da ora in avanti Giacobbe non sarà più Giacobbe ma si chiamerà Israele e sarà il progenitore di una nuova  stirpe “speciale”: i Figli di Israele.
E sparì.
Giacobbe-Israele, stanco e meravigliato, si darà conto di essere uscito un po malconcio dalla lotta e che camminerà zoppicando. Ma cosa importa zoppicare un po’ per il resto della vita se per quello stesso resto sarà il Progenitore?

Qualche tempo dopo questo evento straordinario, tutto terminò in santa pace. Non morì nessuno ante tempo.  Dopo tanti anni due fratelli gemelli si rincontrarono. Saranno dimenticate le antiche rivalità. E si abbracciarono come deve accadere tra fratellini.  E...

                ... Stretta è la foglia, lunga è la via,
                       dite la vostra che ho detto la mia...












   6/           GIUSEPPE E I FRATELLI CATTIVI


Le dodici tribù di Israele saranno i discendenti dei figli di Giacobbe-Israele con Rachele e Lea e con le rispettive servotte ad uso multiple. Fratelli sì, da parte di padre, ma con quattro madri carnali differenti. Solamente Levi e Giuseppe non avranno tribù ma per motivi che diremo piu avanti.
 Qui adesso ci divertiamo a vedere scenette da Comedie Françoise, di concorrenza tra le due mogli e con le rispettive servotte, dove certi  moderni interpreti delle leggi divine vedono un chiarissimo biasimo alla poligamia. Come già detto, il Giacobbe-Israele aveva due mogli legittime. Le due sorelle Lea e Rachele, figlie di quell'imbroglione di Leban, suo zio.  Lea ,quella un po bruttina e Rachele, il grande amore di Giacobbe, al punto di lavorare 14 anni per ottenerla. Ma dobbiamo dire le cose come sono. Anche se Lea era bruttarella ed era stata imposta a Giacobbe, non è che questi manco se la filava.
Tutt'altro! 
In una prima tanda il Progenitore di Stirpi Giacobbe ebbe con Lea la bellezza di quattro figli: Ruben, Simeone, Levi e Giuda. Di fronte alla qual cosa, la dolce Rachele che non era ancora riuscita ad avere figli, ricorre come Sara alla tradizione di autorizzare il marito al merecumbè con la sue serva Bilma, per avere anche lei un figlio maschio; se non carnale per lo meno legalmente valido come figlio suo a tutti gli effetti. E nacquero Dan e Neftalí. Allora Lea, gelosetta, ricorre anche lei al solito merecumbè del marito Giacobbe, di uso condominiale e con la servetta Zilpa. E nacquero Gad e Aser. I bravi capo tribù ebrei erano persone molto ossequiose delle tradizioni.
 Mai nessuno si lamentò di questa antica abitudine del merecumbè autorizzato. E Giacobbe si rivolse ancora a Rachele, che finalmente riusci ad avere due figli maschi : Giuseppe che sarà il favoritissimo e poi Beniamino.  Però la povera Rachele non resistette e morì di parto nel dare alla luce l'ultimo, Beniamino.
Saranno i due figli di Giuseppe, Efrain e Manases, nati più tardi in Egitto, i due che completeranno  il numero magico di 12 per le tribù di Israele e che furono benedetti ed accettati dalle mani tremolanti del vecchio nonno Giacobbe-Israele che non era ancora morto ma poco ci mancava.
Però, c'è un però. I primi figli di Giacobbe-Israele erano i figli di Lea. E sappiamo che il grande amore di gioventù di Giacobbe-Israele era stata Rachele. Cosi che quando finalmente nacquero Giuseppe e poi Beniamino,  il vecchio padre cominciò a dimostrare chiaramente che aveva una decisa predilezione per i due ma specialmente per Giuseppe. Lo si notava in tante piccole cose e questo produsse l`inevitabile gelosia dei figli di Lea, tra i quali c´ era Simeone, il primogenito dei figli di Giacobbe.
Qualche gelosia è tollerabile ed oggigiorno gli psicologi ci insegnano come fare per evitare il rischio beduini. Un po di gelosia è inevitabile. Ma i figli di Lea, fratellastri di Giuseppe, esagerarono. Niente po po di meno, prima lo volevano ammazzare. Poi, forse per atavico senso del denaro, pensarono che era meglio venderlo per guadagnarci almeno qualcosa e lo vendettero a certi mercanti beduini del deserto; e questi a loro volta lo rivendettero in Egitto a un certo Putifarre, famoso, come vedremo, per la bella moglie e le conseguenti inevitabili corna. 
Al servizio di Putifarre, funzionario importantissimo, ci rimase per la bellezza di dieci anni. Durante questo lungo periodo Giuseppe imparò moltissimo, seppe amministrare i beni del Faraone e naturalmente guadagnava quattrini e potere come tutti i buoni amministratori dei beni altrui. Insomma Giuseppino era un bel tipo sveglio.
Ma cosa ti succede ?
¡Cherchez la femme!
Se preferiamo il latino,  cunnus causa teterrima belli. 
 La  moglie di Putifarre, bellissima y poderosa egiziana, si incapriccia di Giuseppe, bello, giovane intelligente, potente, in tutti i sensi. Si insinuò a lui, ma Giuseppe fece orecchie da mercante e non volle. Non si sa se per rispetto a Putifarre, o per rispetto al suo Dio, o perché la bella moglie era sempre bella ma ormai un poco passatella. Impossibile saperlo. La quale bella moglie, come ogni donna che si sente rifiutata, si offende, diventa furibonda, si vuole vendicare e denunciò falsamente Giuseppe di aver tentato sedurla.  E Putifarre?
Molto probabilmente non credette alla sua bella moglie, perché altrimenti lo avrebbe mandato ad accoppare subito. Sapeva che la donna era di appetiti robusti, sapeva di essere cornuto e che lui era troppo panzone. Ma per salvare la sua reputazione si limitò a mettere in prigione il nostro Giuseppe.
Ed anche in prigione il nostro Giuseppe dette prova di grande capacità ed astuzie. Si fece amico del capo carceriere, divenne vice capo carceriere e cominciò ad interpretare sogni, specialità e molto apprezzata in quei tempi. Come un certo Freud, qualche secolo dopo.
Si fece amico un po di tutti e quando un carcerato, che era stato impiegato del Faraone, ricuperò la sua libertà e il vecchio incarico, parlò di questo Giuseppe psicoanalista di sogni niente di meno che al Faraone. Per coincidenza e fortuna di Giuseppe, il Faraone aveva avuto degli incubi notturni con sogni terrificanti. Mandò a chiamare subito Giuseppe. E fu cosi che Giuseppe entrò nelle grazie del Faraone. Il quale Faraone, al poco tempo, viste le grandi capacità intellettuali, organizzative ed amministrative di Giuseppe, lo nominò niente di meno che Primo Ministro! Gli regalò un anello d'oro, simbolo del potere, delle pietre preziose, vestiti elegantissimi, una vettura speciale tirata da quattro cavalli, una specie di Ferrari della epoca, e ordinò che di fronte a lui tutti dovessero "far l´inchino" e chiamalo Eccellenza.  Niente male per un povero ebreuccio in schiavitù.
Dopo poco tempo l'ormai Primo Ministro Giuseppe si sposerà con Asenat una bellissima egiziana, figlia di un sacerdote di alto livello ed entrò definitivamente nella alta società egiziana. Gli nacquero due figli: Efrain e Manases. Erano mezzo egiziani e mezzo ebrei.
Con il tempo Papà Giuseppe, anche se molto bene integrato alla nuova terra, quasi un seconda patria, sentì il richiamo dell´antica famiglia in Palestina. E volle portare i suoi due figlioletti dal padre Giacobbe - Israele, sperando che fosse ancora vivo, per la benedizione rituale. E fu così che Efrain e Manases, anche senza essere di pura razza ebraica. saranno i precursori di due delle famose 12 tribù di Israele.

Adesso vorrei fare delle considerazioni che mi frullano per la mente: non è una interessante coincidenza che i due importanti figli di Abramo con Sara e con Agar, cioè Giacobbe-Israele e Ismaele, i due mitici progenitori delle due stirpi di semiti, gli ebrei e gli arabi, siano stati ciascuno di essi gli antenati di dodici tribù ciascuno? Dodici gli ebrei e dodici gli arabi? Non solo, ma che i due fratellastri abbiano avuto ciascuno di essi, una sola sorellina? Tanti maschietti ed una sola femminuccia? Molta coincidenza, vero? O sarà che le femminucce le annegavano come i Cinesi? O che tanta poca importanza davano alle donne che non gliene fregava nemmeno ricordare i loro nomi?
Evidentemente il numero 12 doveva avere un significato magico: dodici i mesi dell`anno, dodici le ore, più tardi anche gli apostoli saranno 12. L'apoteosi della dozzina. E oggigiorno le nostre care donne di casa comprano una dozzina di uova. Non ho mai entito dire: Mia dia una undicina di uova. Si dice anche dozzinale ma  con un significato  leggermente dispregiativo.
Dopo queste acutissime osservazioni, torniamo a Giuseppe. Costui aveva pronosticato al Faraone, interpretando non so che sogno, sette anni di opulenza e sette anni di carestia. Sette anni di vacche grasse e sette anni di vacche magre.
(Nessuno, oggigiorno, sa che il famoso detto viene da cosi lontano." Grazie,Aldo, per avercelo detto! " ) Chiusa la seconda parentesi.
Cosicché il Faraone, constatate  le sue abilità, lo nominò ministro di alimentazione per tutto l'Egitto.
Arrivano i sette anni di abbondanza e giù a attripparsi  tutti contenti. Arrivano poi i sette anni di carestia e tutti a lamentarsi.
E con le vacche magre arrivano in Egitto dalla Palestina anche gli affamati fratelli di Giuseppe a chiedere aiuto al Faraone.
I profughi ebrei, stanchi, malconci, affamati, non poterono riconoscere in quell'elegante Ministro del Faraone il loro fratellino venduto tanti anni prima. Impossibile riconoscerlo. Ed anche Giuseppe, li per li,  non voleva che lo riconoscessero. Ma poi cambiò idea e pieno di commozione, non resistette al desidero di un affettuoso abbraccio con il fratellino Beniamino e con il vecchio padre, che li sapeva ignari della vergognosa vendita. Baci, abbracci, pianti di commozione e di allegria, speranze, timori... tutto di questo deve essersi presentato.
Poi, da una  una conversazione origliata, Giuseppe si rese conto che i fratelli cattivi si erano poi veramente pentiti di quella ignominia della vendita del fratello minore al beduino commerciante di schiavi. E cosi finalmente Giuseppe si fece riconoscere anche dagli altri fratelli.
E tutti si abbracciarono.
E tutti decisero allora di rimanere in Egitto, a Ghosen, nell`attesa di poter tornare un giorno, tra qualche mese, alla loro amata Terra Promessa, lasciata in momenti di miseria. Ma ancora non sanno e non possono saperlo, i poveretti, che i pochi mesi si trasformarono in anni e questi in secoli.
Gli ebrei delle famose dodici tribù, i discendenti di Giacobbe-Israele, rimarranno in Egitto la bellezza di 600 anni. I primi 300 anni come privilegiati, probabilmente perché in quel momento dominavano la zona gli Hyksos, popolo asiatico semita, ben armati, quasi parenti degli ebrei; e alcuni Faraoni furono addirittura di razza Hyksos. Ma i 300 anni seguenti, al cadere la dominazione degli Hyksos, cominciò per gli ebrei la famosa e tristemente ricordata Schiavitù in Egitto. A fare lavori forzati o giù di li. Fino che un famoso bel giorno, illustrato cosi americanamente ma anche cosi gagliardamente nei Dieci Comandamenti con Charlston Heston, arriva portato dalle acque il bimbo Mosè in una bella cesta di vimini - come più o meno succederà con Romolo e Remo nel biondo Tevere -  e viene accolto, cresciuto ed educato dalla famiglia del Faraone.
E con Mosè e la sua rocambolesca avventura comincerà il Ritorno alla Terra Promessa, dove i vecchi ebrei rimasti  si erano dimenticati di essere ebrei, mischiati con altre e nuove popolazioni e nessuno stava certamente ad aspettare a braccia aperte gente che se ne era andata 600 anni prima.

Ovviamente ci sarà molta leggenda in tutto questo, ma qualcosa di vero, una certa base storica dovrebbe pur esserci.
Si sono fatte tante ipotesi sulla figura di Giuseppe e il suo tempo. Cosi come, per esempio, che nella famosa grotta di Macpellà in Hebron, non sarebbero seppelliti solamente i Patriarchi e Matriarche ebrei, ma anche Adamo ed Eva, la qual cosa è evidente una balla enorme. Si disse anche, come già accennato dianzi, che il Patriarca quasi sacro Isacco avrebbe sangue Faraonica nelle vene e che quindi Giuseppe, nipote di Isacco e bisnipote di Faraone,  per questo sarebbe stato nominato Ministro di Stato in Egitto. Insomma, tante supposizioni, fantasie con contorno di adulterio autorizzato e per salvare la pelle.
Ma che importa in fondo distinguere tanto la realtà più o meno storica dalla leggenda o fantasia, se questa realtà romanzesca fomenta la forza dell' idea?
Giuseppe, vero o falso, di pura razza ebrea o mischiato con la egiziana, sia pure Faraonica, sarà sempre una grande guida spirituale e ricordo per tanti ebrei della Diaspora, sparsi a soffrire ed errare nel mondo per più di due mila anni.
E Mosè sarà sempre il personaggio che accenderà i cuori di quelli che cercano la libertà. E anche se poi ci saranno sempre anche i famosi rompipalle che diranno che alcune delle norme le aveva copiate dal Codice di Hammurabi,  Mosè sarà sempre anche il grande Legislatore che tuona le sue leggi, tra le prime leggi dell'Umanità.  Un gran personaggio.  Un colosso.




























  7/                                 MOSÈ


                                        
Mosè è uno dei personaggi più conosciuti nel mondo. Che veramente sia esistito o no. si può dire che quasi è un dettaglio di poca importanza e che non interessa. Quello che interessa di lui, o della sua immagine proiettata, sono stati e sono la forza di personificazione e realizzazione di una idea. Di libertà innanzi tutto, ma anche di rettitudine,  volontà,  forza morale,  capacità di dirigere un popolo, l'ascetismo di chi non ha mai guardato al personale interesse. La sua figura di liberatore, capo e grande legislatore. Un eroe, quasi un semidio per ebrei, cristiani, mussulmani, per tutti e per tutti i tempi.
Un simbolo dell'Uomo. E l'Uomo ha solo pregi, non ha difetti. Esistono i difetti, certo. però non hanno importanza. L'Uomo è Uomo solo per i grandi meriti.  I difetti  si lasciano all'uomo normale, all'uomo qualunque, perché abbia qualcosa anche lui. 

Molto probabilmente è uno dei personaggi più conosciuti nel mondo e tra i più ritrattati, a cominciare dalla scultura prodotta dal genio dello scultore per antonomasia, da Michelangelo. Ma perché   non parli?
Ma il  Mosè rimase fermo, muto, statuario.

Parliamo adesso un poco di lui, di Moshè, di quello che sappiamo perché ce lo raccontano storici o contastorie.
Nacque in Egitto, nell'ultimo periodo della cosiddetta cattività ebrea in Egitto. Più o meno 1200-1300 A.C. E visse, secondo la tradizione, la bellezza di 120 anni. Ancora oggi, nessuno lo sa, solamente pochissimi dotti ebrei, ma l'antico loro auspicio Che tu che possa vivere fino ai 120 anni., viene da alloraE si canta il Felice Compleanno, magari in inglese. Ma è una vecchia tradizione ebrea. 
Al momento della nascita, un recente ordine del Faraone per contenere il dilagare di ebrei nel suo regno, era che tutti i figli maschi di schiavi ebrei fossero buttati a fiume, come si dice a Roma.
Però la sorella Miriam, Maria, per cercare di salvarlo, lo depositò in una bella cestina nelle acque del misterioso Nilo, avvolto in una copertina tipica ebrea per difenderlo dal freddo. E la cestina ondeggiante e per volere di Yahvè si fermò proprio nella spiaggetta dove giocherellava una fanciulla che era la figlia o moglie del Faraone e che sperava ansiosamente l´arrivo di un bambino, un figlio, che non arrivava mai.
Venne quindi considerato regalo dal cielo. Le mani gioiose e tremanti lo raccolsero. E il bimbo nella famiglia del Faraone crebbe e si educò come un principe. L'Egitto a quei tempi era la nazione più civile del mondo, con l'esclusione, forse, dei soliti cinesi,  della Dinastia Chang. Ma a quei tempi i cinesini erano ancora timidi e nessuno sapeva dove fossero ne' cosa facessero.
Ai tempi di Mosè gli ebrei d'Egitto avevano perduto da secoli le molte prerogative acquisite con Giuseppe, perché gli allora Faraoni erano gli Hycos, (o Etei), amici, chissà indoeuropei,  forse semiti, asiatici di origine, come gli ebrei  e avevano occupato l'Egitto.
 Avevano armi superiori a quelle egiziane, un tipo di Panzerdivisionen perchè  avevano inventato l'uso del cavallo e del cocchio a fine bellico.
Però con il tempo, circa tre secoli dopo, gli Hycos spariranno dall'Egitto e dalla storia.
 I prima favoriti ebrei si trasformeranno in schiavi tutto fare, come abbiamo già detto prima.
Non si seppe mai se Mosè sapeva della sua origine ebrea da bambino o lo seppe solamente da grande.  Non importa. La tradizione ci dice che ammazzò una guardia egiziana per un atto di crudele prepotenza contro uno schiavo ebreo. E dovette fuggire. Qui c'è qualcosa che scricchiola: se Mosè era principe,  che ammazzasse uno o dieci soldati non aveva nessuna importanza, Se scappò,,,,qualcosa non quadra. Continuiamo. 
Andò fino al Sinai dove lavorerà come semplice pastore per la bellezza i 40 anni! Tempo più che sufficiente per sposarsi con una certa Zipporà ed avere un figlio.
Però un giorno fatidico si verifica un fatto soprannaturale che cambierà la vita a Mosè ed al popolo di Israele. Un rovo, cioè un grosso cespuglio di more con terribili lingue di fuoco apparve improvvisamente fronte agli occhi esterrefatti di Mosè. E dal cespuglio  si udi una dolcissima voce di angelo che gli disse che adesso era arrivato il tempo di ritornare dal Sinai in Egitto. Per liberare il popolo di Dio.
E Mosè tornò. Non so se solo o con la moglie, il figlio e le caprette, ma tornò in Egitto.
Si incontrerà con Aaròn, Aronne, suo fratello. Si riconceranno nonostante i 40 anni senza vedersi.  Convinti della loro funzione divina,  andranno dal Faraone a chiedergli la liberazione del Popolo di Israele. Il Faraone li riceve a corte, presenti i pezzi grossi del suo governo ed i soliti sacerdoti sapienti. E qui si verificheranno gli eventi magici della lotta tra serpenti, evocati dalla magia. Il serpente di Mosè naturalmente è il vittorioso in questa disfida con i serpenti dei sacerdoti  Egiziani. Ma se molto di quanto riferito è incerto per le brume del passato, la cosa certa  è che in quei supposti tempi il Faraone d'Egitto era niente di meno che Ramses II, o Ramesse II, persona realmente esistita in carne e ossa e che fu il più grande, forte, coraggioso, capace e crudele Faraone di Egitto di tutti i tempi, dopo il periodo delle dinastie degli Hycsos - Etei.
Osso duro da rodere, anche per Mosè.
Ed infatti, secondo il racconto, favola o quello che sia, vista la pappata di serpenti che si fece il serpente di Mosè, i famosi Maghi -Sacerdoti di Ramses II saranno costretti ad ammettere che il dio Jahvè ebreo è più forte del loro. La qual cosa, scatenerà l'ira furibonda del Faraone contro i Maghi, gridando loro che non sono autorizzati per dire una stronzata del genere e che se non si ritrattano, li manderà a fare scorticare vivi appesi a un ramo. Cosi era Ramses II. Un bell'osso da rodere, abbiamo detto, anche per Mosè.
Qui, però, a questo proposito dovremmo  ricordare, come squisitezza culturale, che il monoteismo è il credere in un solo, unico dio per tutti. Dopo Mosè lo saranno, o diranno di esserlo,  gli ebrei e successori; cioè anche i cristiani e poi gli islamici. Prima di Mosè, invece, tra gli ebrei si notava una vaga idea di enoteismo, possibilità di coesistenza pacifica tra vari dei, anche se con determinata gerarchia. Insomma un po' come a Roma con Giove supremo e gli altri Dei minori intorno.
Torniamo al Faraone.
Che Mosè abbia potuto trasformare il suo bastone in vorace serpente capace di vincere  i serpenti dei Maghi, non fu motivo sufficiente al Grande Ramses II per rinunciare facilmente  alla manovalanza quasi gratis  degli schiavi  ebrei.   Probabilmente  lui non credeva a nessun dio ma  solamente in se stesso, come quasi sempre succede ai Grandi uomini.

Quindi niente permesso agli ebrei per andarsene in libertà. Ed allora fu che Mosè dovette ricorrere alle famose dieci piaghe, ben crudeli ad essere franco e l`ultima delle quali, la morte di tutti i primogeniti maschi egiziani ottenne, con il suo drammatismo feroce e cupo, la libertà egli ebrei.
E cosi fu che Mosè, finalmente autorizzato con foglio di via, potrà intraprendere la strada del ritorno a casa, laggiù lontano lontano, nella famosa terra promessa.
Cammina cammina e la carovana di ebrei, Mosè ed Aaron in testa,  arriverà al Mar Rosso.
Una volta arrivati alle sacri rive furono raggiunti da truppe del Faraone. Costui che dopo averci pensato un po su,  aveva cambiato idea. Si sentì burlato da quello che considerava una superstizione e voleva riportare gli ebrei come schiavi nel suo regno.
E allora si verificò uno altro dei più fantasmagorici eventi della storia. Le acque del Mar Rosso, si aprirono e i fuggitivi ma ormai liberi ebrei poterono  attraversare il mare che si richiuse subito dopo, terribile e apocalittico,  per affogare implacabile le truppe del Faraone.
E fu in  quell'occasione che, arrivati dall'altra parte,  si costruì il Tabernacolo. Era un Santuario mobile, che conteneva l'Arca dell'Alleanza tra Yevohá e il popolo di Israele. Gli ebrei porteranno sempre secoloro il Tabernacolo fino a quando si costruirà il Tempio di Salomone a Gerusalemme.  E l'Arca, che stava dentro, sarà fatta di preziosissimo legno di acacia, nero, rivestita d'oro, con due Cherubini collocati sopra. Ci saranno le famosissime Tavole della Legge, un'anfora con manna, il famosissimo e sempre ricordato Manna, regalo del  Cielo per alimentare gli ebrei affamati nel peregrinare per il deserto. E ci sarà anche il bastone fiorito di Aronne.
Però a un certo momento l'Arca sparì. Dove sarà dove non sarà e giù una serie di supposizioni dove interviene il Regno di Etiopia, i , i Crociati ed una chiesa Copta.
Non so... sembrano un po, ma lo dico con il dovuto rispetto, delle fantasie oniriche come il Codice Da Vinci.
Però continuiamo con Mosè.
Si sa del suo vagabondare per 40 anni per il deserto. Evidentemente era dedito ai  quarantenni: 40 anni come pastore e 40 anni a cavallo di un cammello. Finalmente arrivò a vedere da lontano il verdore della terra Promessa, abbandonata tanti anni prima. E al vederla lì stesso morì ed aveva 120 anni.  Chissà d'infarto,  perché sicuramente  ebbe una visione profetica di tutti gli sbudellamenti che ci sarebbero stati nei secoli a venire. nella dolce terra dei padri.
Perché tanti anni per arrivare dall'Egitto a Canaima-Palestina?
Si dice che per purificarsi con il cambio generazionale prima di tornare ad abbracciare gli antichi fratelli lasciati 600 anni prima, quando la grande emigrazione di tanti ebrei in Egitto ai tempi di Giuseppe. Si disse che  i 40 anni  furono perché si persero nel  nel deserto per mancanza di bussole o pietre miliari.  Altri, come Martin Lutero, sostennero che Mosè non attraversò il Mar Rosso, ma il mare di giunchi, di canne. Ma Martin Lutero era tedesco e vedremo che non simpatizzava affatto con gli ebrei.
E di Mosè se ne parla un po' dappertutto. Sia nella Bibbia che nel Corano. Arrivarono anche certi Minimalisti Biblici a sostenere che né Mosè né l'esodo erano mai esistiti. Nel secolo terzo prima di Cristo un certo Monetane invece giurava che Mosè era stato un sacerdote egiziano risentito per chissà cosa e che l'Esodo non era nient'altro che l'espulsione dall'Egitto di certi lebbrosi.
Insomma un guazzabuglio di supposizioni. E francamente non ci si raccapezza un gran che. 
Ma gli americani, meno male che si sono loro,  risolsero il problema e Hollywood  con i suoi Dieci Comandamenti ha fatto rivivere Mosè, Ramses, Ebrei, Etei  mischiando tutte le fonti.  
E adesso ci capiamo meno di prima.


























 8/               JOSUÉ (YEHOSHUA o JESÚS)


                               Il  Ri-Conquistatore

Nei tempi attuali delle azioni come quelle di Giosuè guerriero lo avrebbero portato tra gli imputati a Norimberga; in caso di sconfitta, naturalmente; perché i vincitori hanno sempre ragione.
Se molti militari in diverse epoche hanno cercato di trovarsi scuse rifugiandosi nella sia pur vera Ubbidienza Dovuta, pena la fucilazione, cosa avrebbe potuto fare o dire il povero Giosuè, se gli ordini di sterminio totale o  soluzione definitiva, gli venivano da Dio in persona?
Giosuè ( Yehoshua o Gesù in ebreo) era nato schiavo in Egitto, della tribù di Efraim, figlio del favorito Giuseppe   ( il venduto dai fratelli cattivi e che divenne poi vice Faraone e che si sposò  con la bella Egiziana Asenat ) cosi che né Efraim nè Manasse   né tanto meno Giosuè erano di pura razza israelita A parte la ovvia considerazione che, fedeli o no a Yahvè, non si può pensare che con 600 anni in Egitto, sia come uomini liberi o come schiavi, sempre uomini erano e certamente avranno avuto più di unaffaire con le belle, voluttuose e profumate egiziane .
In ogni modo, di pur razza Israelita o no, un volta passato il Mar Rosso o il mar di canne che sia,  Mosè, comandante supremo, nomina suo luogotenente Giosuè, ragazzo sveglio ed energico, per procedere alla riconquista della sempre Promessa Terra di Palestina, la fertile. Lo mandò in avanscoperta per vedere insieme a 11 compagni come era verde la loro valle. Perché in realtà in 600 anni nessuno di loro l'aveva mai vista e se ne parlava come di una favola o ne parlavano i Rabbini come storia religiosa. Come sappiamo era la famosa, antica ed epica terra promessa a Abramo, che pagò le famose 400 monete per comprare lì il primo pezzettino di terra e trasformarla in sepolcro per i patriarchi. Ma poi le tribù, quasi tutti, erano scappati dalla terra promessa per la feroce carestia ed adesso questa terra bisognava riprenderla ad altre persone che intanto vi si erano installati nel corso dei secoli ed a loro volta la consideravano la loro patria.
Cosicché c'era l'ordine perentorio di Jahvè per tornare alla terra promessa agli avi e riprenderselala. Giosuè, abile guerriero, ubbidiente a Mosè e a Yahvè, cercherà di emulare il suo Sotto - Capo attraversando non il Mar Rosso, ma più modestamente un fiume, il fiume Giordano, che pure era di una certa importanza. E il fiume Giordano trattenne le sue acque per fare passar le truppe di Israele ed iniziare la prima guerra del Risorgimento Israelitico.
A ricordo ed onore dell'evento Giosuè ordinò la circoncisione per tutti gli ebrei israeliti che per un motivo o per un altro erano ancora incirconcisi. Liberati della vergogna del prepuzio e senz'altro più leggeri, gli Israeliti conquistarono la città di Gericò in maniera straordinaria. 
Non fu necessaria nessun battaglia. Le mura caddero sole, solamene per il soffio dei Leviti.
Chi erano costoro? Dei preti; e questa volta dei preti fecero qualcosa. I leviti erano gli israeliti della tribù di Levi. Però tribù molto sui generis. Non aveva proprietà, non aveva terre, non aveva beni immobili, Quasi come il Vaticano oggigiorno. E vivevano di elemosine Quasi come il Vaticano, sempre. Cosa ti combinarono questi Leviti? Con il Taberbacolo-Mobil, con le loro trombette e a tutto fiato, suonando chissà che inni religiosi, fecero giri e giri intorno alle mura di Gericò. Per ore. Chissà le mura, vergognose di essere cosi prese in giro dai preti, caddero da sole. Le truppe di Israele allora entrarono felici e vittoriose e sterminarono assolutamente tutti gli abitanti, uomini, donne, vecchi e bambini. Peggio che i Romani a Cartagine, peggio che le SS in Auschwitz. Tutti sbudellati meno una sola persona,. Una donna. Una nota puttana di nome Rajab, che era stata guerrigliera partigiana aiutando due spie di Giosuè. I soldati, per ordine preciso di non si sa chi, risparmiarono lei e  tutta la sua famiglia; padre, madre fratelli e sorelle e il suo cagnolino. Aveva tradito i suoi, si. Però la risparmiarono. Perché il suo non era stato un tradimento ma si era ravveduta e divenuta devota de Yahve. Come curiosità, ma senza voler assolutamente mancare di rispetto a un personaggio importantissimo che di rispetto ne merita molto, vi dirò che costei fu un antenata niente di meno che di Gesù di Nazareth.
Chi me lo ha detto? Nessuno. Lo ho letto in Matteo. E qui si, metto la referenza: Mat 1:5
Non si sa mai.
Dopo Gericò la cattiva sorte toccò alla cittadina di Ay. Giosuè la conquistò con un bellissimo stratagemma e senza l` aiuto di puttane. E tutti i suoi abitanti furono ugualmente sterminati. Giosuè era un tipetto sveglio e astuto. Considerato la sua abilità, il suo successo e la sua ferocia, tutti i popoli di Palestina si allearono tra di loro per combattere questi Israeliti "intrusi" che arrivavano dall'Egitto. Ed anche costoro  furono sterminati.
E Giosuè che continuava ad avere dalla sua parte il re della guerra, distrusse anche una alleanza tra cinque re Amorrei. E, forza della Fede! Perché potesse terminare di ammazzare anche i famosi cinque re, unici superstiti della stage, il sole e la luna si fermarono nel cielo. E Giosuè ebbe tempo di accopparli uno dopo l'altro, i cinque re terrorizzati e personalmente, perchè non poterono ricorrere alle tenebre.
Più tardi conquistò le città di Maquedá, Libná, Eglón, Hebron y Debir: in tutte queste città gli abitanti furono semplicemente sterminati.Tutti, assolutamente tutti perché l'ordine era di ammazzare tutti, uomini, donne, vecchi, bambini, vacche, pecore, cavalli e cammelli e tutto ciò che respirasse!
Cosa può far un generalissimo se il Comandante in Capo da un ordine di sterminio di questo genere?
Come ultima impresa di guerra vinse anche il re di Jasor e con questo completò la ri-conquista della Terra Promessa- Canaàn – Palestina- la Mezza Luna Fertile.
Secondo gli ultimi ordini ricevuti da Jahvè, ripartì le terre conquistate  -  o riprese, secondo i punti di vista  -  e morì con tutti gli onori ai 110 anni di età, contento di aver agito in obbedienza alla volontà del suo Dio. Yahvè, l`Unico.
Ma non gli eressero mai nessuna statua, perché non era ammesso il culto alla personalità.















    9/                             I  GIUDICI

                             ( Sansone, 1.100 A.C.)



Al tempo della morte di Giosuè, non era ancora completata la ri-conquista di Canaàn e neppure saranno consolidati bene nelle nuove-vecchie terre i ritornati vecchi-nuovi figli di Israele.
Ci vorranno ancora secoli perché il Regno di Israele arrivi finalmente unificato. E quando arriverà non durerà poi nemmeno molto: appena il tempo di tre re,  Saulo, Davide e Salomone. Questo periodo, anteriore alla monarquia e che sarà di tre secoli circa, è quello chiamato dei Giudici o Liberatori. Le diverse tribù avevano una certa indipendenza, a volte litigavano o si facevano la guerra tra di loro, ma avevano quasi tutti gli stessi nemici: Cananei sopravvissuti alle stragi, beduini girovaganti e i Filistei nella costa. Però fu solamente Giosuè che fece la terribile guerra a morte con i Cananei e gli altri residenti di Palestina., distruggendo a fuoco e fiamme città, paesi e paesetti e facendo strage degli abitanti, tutti e qualsiasi cosa che respirasse .Lo abbiamo già detto. 
Dopo le conquiste sanguinose di Giosuè si cominciò ad accettare la idea de la convivenza con altri gruppi di residenti. Quest'atteggiamento meno feroce produsse però un evidente modificarsi dei costumi di tutti. Si cominciava a intravedere quello che adesso noi chiameremmo globalizzazione, democrazia, tolleranza religiosa. Si cominciò a pensare che potevano essere accettate anche altre divinità. Ma Yahvè non era un Dio qualsiasi, non poteva assolutamente accettare questo. Era autocratico, esclusivista. Naturalmente questo era l'atteggiamento del sacerdote, del rabbino, del prete, del conservatore che con questa tolleranza verso gli atri vedeva diminuire la propria importanza, l'autorità ed esclusività come infallibile interprete della volontà divina. A me mi sa` tanto, si dice a Roma, mi sape, che i sacerdoti tolleranti di oggigiorno non lo sono per convincimento proprio, puro, ma perché ormai è impossibile non esserlo. Cambiamo per non cambiare, diceva il Gattopardo, nell'apparente paradosso.
Cosi che ogni volta che il Popolo Preferito mostrava certa tolleranza verso altri riti, lo castigava mandando un altro gruppo etnico  che li dominasse. Il castigo di Dio è volontà di Dio. Il nemico dominatore è quindi volontà il Dio. Anche Nabucodonosor, anche Hitler sarà a suo tempo considerato da alcuni come strumento di Dio.
Bene. Continuiamo.
Che succedeva allora? Il Popolo Eletto piangeva il suo peccato, chiedeva scusa e perdono. Jahvè, riaffermata così con soddisfazione la propria autorità esclusiva, mandava un Giudice-Liberatore che liberasse il Popolo Eletto dal giogo.
 Poi il popolo ritornerà al solito peccato di tolleranza e offesa a Dio. E allora ricomincerà il ciclo del castigo, del pianto, dell'implorare perdono, della benevolenza divina e conseguente arrivo del Liberatore. E questo accade a ripetizione ciclica durante tutto il periodo detto dei Giudici, circa 300 anni.
In questo lungo periodo appaiono figure interessanti di Eroi-Liberatori. Normalmente sono persone del popolo, di umili origini, persino donne che saranno famose.
Tra queste persone interessanti ci sarà Ehud, un poverissimo che non possedeva neppure un coltello, se ne fabbricò uno molto rudimentale e lo sprofondò nella pancia cicciona del Re.  E liberò la nazione dallo straniero dominante.
Altro fu il caso di Debora, mistica profeta e cantante di inni sacri.
 Era sposata con un tal Lappidor, insignificante. 
Lei si sedeva sotto un albero e la gente andava da lei per ottenere giustizia su eventi vari .Ed in un'occasione seppe organizzare una rivolta contro un certo Yabin, re importante di Canaàn e lo vinse. Nella sbandata dell'esercito cananeo, il generale nemico, un certo Sisara, spaventatissimo, cercherà rifugio nella  tenda di Yael, una donna israelita di dolci maniere. Questa donna interpretò in maniera molto estensiva la legge di ospitalità vigente tra tutti i popoli del deserto. Gli offri rifugio nella tenda e rifugio nel suo letto. Non commento. Pero quando il generale si addormentò esausto per la fuga, il terrore del nemico e le fatiche amorose, questa Yael, donna di dolci maniere, prese un lungo chiodo della tenda e con un bel martello lo infilò completamente nella tempia del Generale, inchiodandolo morto stecchito a terra. Dolci maniere femminili.
Quando poco dopo arrivò Debora, la profeta cantante, lì stesso e d'immediato si intonò un duetto-inno per glorificare l'atto eroico. E qualche tempo dopo Deborah riceverà il titolo onorifico di "madre di Israele."
Un altro Giudice-Liberatore fu Gedeone. Con solo 300 dei suoi soldati ( forse voleva imitare i trecento spartani delle Termopili) vinse ben 10.000 nemici e ricevette in omaggio molto apprezzato le tre teste sanguinanti dei tre principali capi nemici. E visse contento e felice ed ebbe la bellezza di settanta figli maschi. Delle femminucce non si sa, ma quello che si sa è che si sa che non avevano tanta importanza.  Abimelecco era uno dei settanta fratelli; come 70 saranno i saggi della La Bibbia dei dei Settanta, ma in comune ci sarà solamente il numero. L`Abimelecco non fu mai Giudice però ammazzava i nemici come mosche. E ammazza ammazza, con il suo Dieu le Volt, ammazzò anche i 69 fratelli. Non ho mai saputo se anche qui si trattava di numero magico...Per questi atti di amore fraterno non fu mai proclamato giudice come detto, ma addirittura Re.
Però finì male. Una donna gli spaccò il cranio con una pietra. Moribondo, sapendosi alla fine, pregò il soldato che cercava di soccorrerlo, di finire di accopparlo lui, con la spada, perché non si dicesse che, orrore degli orrori, era stato ammazzato da una donna!
E fu valoroso esempio di dignità maschile.
Nel  numero 11 dell`hit -pared dei Giudici apparve il famoso Jeftè: l'uomo di parola. Durante un'altra delle guerre di liberazione nazionale fece solenne giuramento a Yahvè: che se tornava vittorioso avrebbe sacrificato la prima persona ella sua famiglia che gli fosse  venuta incontro. Bella maniera di sacrificare gli altri. Forse pensava che sarebbe stato uno dei tanti servi a riceverlo festoso. Invece la prima persona che uscì di casa allegra per abbracciarlo, fu sua figlia, la sua unica figlia e che amava moltissimo. E gli veniva incontro, la figliola, saltando allegra e sorridente e suonano i tamburelli della vittoria. Jeftè sa che deve rispettare il giuramento a Dio. Lo saprà anche la povera ragazza che accetterà rassegnata l'orribile destino. E solamente chiederà all'amato ed infelice padre due mesi di tempo, solo due mesi, per andare con le sue amiche a piangere la sua verginità inutile e, chissà, le occasioni perdute. E non si sa quello che successe dopo.
E adesso arriviamo a Sansone. Personaggio famosissimo, rocambolesco, pieno di difetti e pregi. Mescolanza di vizi e virtù, buono e cattivo, eroe e ladro e assaltatore e suicida. Amante sfortunatissimo ed ingenuo. E, naturalmente, fortissimo come un sansone.
Jahvè si servirà di lui per aiutare come sempre il suo popolo prediletto.
Fu  uno degli ultimi giudici, il tredicesimo ( altro numero magico, il 13 ) questo Sansone, nato all'incirca nel 1.100 A.C. e sempre nel supposto caso che sia realmente esistito. E dev'essere nato quando da pochi decenni erano arrivati nelle coste di Canaàn, gli "Invasori". In ebreo "plishtim" vuol dire Invasore e da lì viene il nome di Palestina. Questi Filistei erano invasori per gli ebrei, ma in realtà erano anche profughi, molto probabilmente arrivati a cercar rifugio in quella costa provenienti da qualche isola o terra ferma dell'Egeo. Quasi sicuramente una delle antichissime popolazioni pelasgiche, tra i primi antichi abitanti di Creta e dintorni, cacciati via dalla loro terra da popolazioni più forti, Dori o Achei, in questo caso: i biondi Achei di Omero, i biondi popoli del nord Europa, germanici e in osservanza alla moralissima legge del  "togliti tu che adesso arrivo io".
 Legge della conquista, dell'invasione, legge della sopravvivenza del più forte. Inevitabile legge che a noi, che diciamo di applicare valori etici, ci appare adesso crudele ma che è solamente la legge naturale. Il più debole, il vecchio, il mal fatto, l`inutile, l`ìmperfetto, deve perire.
La nascita di Sansone sarà annunciata. Una bella Annunciazione come quella di Maria di Nazareth. Un angelo, messaggero di Yahvè, non con le ali ai piedi come Mercurio, ma con le ali sulle spalle, si presenterà da un certo Manoà, della tribù di Dan e alla sposa, donna sterile. Dirà che por volontà di Jahvè nascerà loro un figlio, maschio, che libererà la patria dalla dominazione filistea. Però, come controindicazione, non dovrà mai bere alcool, né mangiare niente di impuro e   non dovrà mai tagliarsi i capelli. Capricci degli angeli? E la coppia giura felice. Secondo questa descrizione, Sansone sarebbe stato un appartenente ai Nazirei, specie di sacerdote laico.  
La prima avventura che gli si conosca fu di un Sansone giovane, quando per curiosità fu a visitare un paesetto filisteo. I giovani, come sappiamo, guardano le ragazze. Il nostro eroe guardò tanto  una che si innamorò. Succede, alle volte. Ma i genitori di Sansone si opposero decisamente a un eventuale matrimonio con una Non Eletta da Yahvè. Al ragazzo, innamorato, non gliene frega niente. Esce di casa per andare a chiedere la mano della bella filistea. Nella strada ti incontra un bel leone. Però leone sul serio, un Felix Leo, con tutto il suo aspetto di forza e regalità. Anche il leone con i capelli lunghi, la bella criniera ondeggiante. Però il Felix Leo non fu tanto felice perché al attaccare Sansone, questi dimostrò per prima volta possedere una forza eccezionale. Con le sue sole mani accoppò l'In-Felix Leo. Poi, più tardi, non si sa bene se andando o tornando dal paesetto Filisteo, osserva che tra le ossa del Leone, evidentemente morto, c'è un bel nido di Api. Se il fortissimo Sansone non ha avuto paura del Leone, come può avere paura delle piccolissime api? Quindi ruba loro il miele e se lo porta a casa della ragazza.
Quando finalmente arriva il giorno previsto per le nozze, il nostro bel Sansone propone un indovinello a trenta giovani filistei. " Da chi mangiam venne cibo e dal forte, venne dolcezza," La posta? Chi perde paga l'altra parte con trenta vestiti. L'enigma è un evidente  (mica tanto...) riferimento al leone che ammazzò e il miele che poi venne dal suo corpo. Siccome al momento dei fatti Sansone era solo, nessuno poteva indovinare a cosa si alludesse. I 30 giovani filistei fanno allora pressione sulla paesana filistea, innamorata di Sansone. Questi, Sansone, fiducioso ed ingenuo, rivelerà la risposta all`ìnnamorata che la dirà ai suoi paesani. E cosi Sansone perderà. Ha perso e allora diventerà furioso...Ma deve pagare la scommessa. Va alla città di Acalòn, per cercare di ottenere i vestiti. Per comprarli? Nemmeno per sogno. Con l'aiuto di Yahvè accoppa e deruba dei vestiti 30 poveretti di filistei che passeggiavano ignari da quelle parti. Li ammazza, li deruba dei vestiti e con questo paga la scommessa perduta. E si dirige a casa della ragazza. Ma  nella casa della ragazza, cerca cerca,  la ragazza non c'è più. L`hanno data a un altro uomo. Il suocero, richiesto, si rifiuta di restituirgliela. E offre a Sansone in cambio la sorella. Che si accontenti della sua sorella. Sansone dice che non è Toto e che non si accontenterà di sua sorella. Si arrabbia furioso e si trasforma in incendiario. Trova (non si sa come ) trecento volpi. Le lega in coppia, per la coda, poi lega una torcia accesa alla coda di ogni coppia e scioglie gli animali che , terrorizzati, correranno a zig zag tra i bei campi di grano maturo dei Filistei. Tutti i campi maturi prendono fuoco. I filistei incazzatissimi anche loro, adesso, ammazzano la ragazza di Sansone;  e non si sa quale delle due se l`una o la sorella, ma non importa. Poi riempono di botte il suocero che però non era ancor suocero, ma lo riempono i botte lo stesso. Sansone allora li  prende a botte  loro. Botte da orbi.  E ammazza non so quanti filistei, ma poi deve scappare a nascondersi. I Filistei allora chiederanno alla tribù di Giuda che lo consegnino. Non si capisce perché alla tribù di Giuda se Sansone  era della tribù di Dan, però nemmeno importa. Fa lo stesso. Il fatto è che i bei tipi della tribù di Giuda, chissà per fare onore al nome,  lo consegnano legato mani e piedi ai filistei. Ma il nostro eroe è sempre un Sansone,  fortissimo e romperà le corde. E fu qui che si verificò altro evento divertentissimo e famoso; Sansone prenderà un osso di un somaro. La mandibola, per essere precisi, che è bella grande e forte. E con la mandibola del somaro a mo' di clava, ammazzerà migliaia di filistei. Migliaia, dicono i Sacri Testi! E fu per questo atto di guerra che sarà nominato Giudice liberatore.
Dopo questi fatti straordinari il nostro Sansone rimarrà tranquillo per venti anni.

Dopo questo lungo periodo di vita tranquilla, borghese, Sansone andrà a Gaza. Rimarrà in casa di una prostituta. Niente di eroico in tutto questo. E facendo non si sa che. Forse solamente per scappare per qualcosa che aveva combinato a chissà chi . Però un bella notte scappa di casa. Le porte della città erano chiuse. Cosa ti fa Sansone? Altro evento storico! Con le sole mani riesce a scardinare la porta di entrata della città,  e se la porta, la porta, chissà perché, in cima una montagna vicino a Hebròn.
A Hebròn vede, conosce e si innamora di una bellissima filistea: la famosissima Dalila, ben conosciuta a Hollywood.  Questa Dalila, innamorata o no di Sansone, si innamorerà certamente anche delle monete d'argento che i Filistei le daranno  se lei riusirà a carpire il segreto della forza di Sansone.
Vatti a fidare delle belle donne!
Ed i filistei, armati di forbici bene affilate taglieranno i capelli a Sansone, addormentato ed esausto dopo una notte intera di amore sfrenato con la bella insinuante e falsa Dalila.
Povero Sansone!
Amante sfortunato con le donne.
Lo fu, sfortunato,  con la filistea della costa che rivela il segreto dell' enigma. E con la falsa Dalila che rivela il segreto della forza sovrumana.
I filistei allora lo catturarono facilmente, lo accecarono e lo legarono ad una pietra-ruota di un mulino, in Gaza. E giù a spingere la pietra come schiavo. E`che ormai era uno schiavo.
Però, con il tempo, i capelli crescono;  i filistei, di corta memoria, evidentemente si erano dimenticati della storia dei capelli.  E Sansone poco a poco recupererà le forze.

Però Sansone voleva un supremo sacrificio con finale drammatico. E lo ottenne.

Un certo giorno fu portato nel tempio di Dagòn, un Dio dei Filistei. Anche se il nostro Sansone era cieco, cominciò a cercare a tastoni due colonne.  Cercò di marciare anche con due ragazze filistee che passavamno per di li.   Ma, ravveduto del suo destino, poté aprire le braccia e con la sua forza già ricuperata, tanto spinse le due colonne portanti che caddero e il tempio perse stabilità e tutto precipitò al suolo, con grande frastuono. E fu in quell'occasione che gridò, cieco ed eroico, la famosa frase:
Muoia Sansone  con tutti i Filistei.
E con questo fu esempio eroico per  i futuri Kamikaze, mussulmani o no.



      10/                SAULO  E  DAVIDE



Le pecore. E le pecorelle. Sono certamente degli animali umili che hanno accompagnato l'uomo da quasi sempre. E l'uomo, per riconoscenza, se lo pappa, il povero agnellino, come piatto squisito. E magari per non sentirsi in colpa, lo trasforma in divinità. Teofagia. E se lo pappa sempre.

Pastore di pecorelle saranno anche il famoso Paride e il Buon Pastore, sia pure in diverso contesto.
 Pecora, pecus da dove pecunia sarà anche moneta di cambio ai tempi dei romani, sempre antichi. E al parlare di questo mi viene in mente il pecorino romano.
Cosicché al parlare di Davide...
Ma, che c'entra Davide?
Associazione di idee.
Anche Davide era un pastore di pecorelle. Ma la storia vera dice che, ancora ragazzetto, con la sua fionda ammazzerà un gigante cattivo.
L'ancora adolescente Davide, pastore, con fionda, rappresenterà la lotta del debole contro il forte, del dominato contro il dominante, dell'intelletto contro la forza bruta. Poi ci sarà a sua metamorfosi. Arriverà un altro Davide, tutt'altra cosa. Sarà un re, avrà potere e la prepotenza del potere, però sarà anche magnifico amministratore e trasformatore dello stato, sempre vittorioso nelle sue guerre; con corte fastosa, con mentalità internazionalista e di statista che supera i campanilismi. Senza dubbio anche invidiato e non bene accetto ai conservatori.
Questi era Davide, il Grande. Che riscattò Gerusalemme e che fu re dei tempi d'oro dello Stato di Israele. E che per prendere una donna della quale si era innmorato, accoppò il marito.
Andiamo per ordine. Quando era ancora pastorello di pecorelle si diceva che fosse un giovane bellissimo, di capelli biondi e occhi stupendi. Ed essere belli, per un uomo, se non è un requisito essenziale, non è neppure un grande disonore. La sua prima prova di forza e coraggio fu di accoppare o mettere in fuga un leone e poi anche un orso. Animali che evidentemente erano tra i più temuti ai tempi della pastorizia. Non poteva ammazzare una tigre del Bengala perché le tigri non c'erano. Ma il leone vinto era sempre stato dimostrazione di superiorità dell'uomo-eroe. Sansone vinse il Leone. Ercole vinse il leone. Non sarebbe stato eroico ammazzare una iena. Attraverso Samuele sappiamo cosi che anche Davide ammazzò il suo bel leone. E lo seppe perché lo stesso Davide glielo disse. E allora dobbiamo crederci.
Come fu che Davide entrò in politica?
Un certo giorno il profeta Samuele, che aveva cominciato de avere qualche screzio con con il Re Saulo, pensò che sarebbe stato meglio trovare un altro che andasse più d'accordo con lui. Per volontà divina ovviamente e che solo un profeta poteva interpretare.
E comincio a cercare di qua e di là, così come nel Tibet si cerca il nuovo Dalai Lama. E in una improvvisa visita a Betlemme vide e riconobbe nel giovane Davide il segnalato da Yahvè. Quello che vide non si sa, ma senz'altro vide i segni divini. E gli unge la testa. Così si disse. Probabilmente solo la fronte, perché Davide era pieno di riccioli biondi. E da quel momento nacque la tradizione di ungere con gli Oli Sacri i futuri Re Europei. Un'altra tradizione che si viene dagli ebrei o dai cinesi, anche se tibetani.
Però il nostro giovane pastorello, unto o non unto, ritorna umilmente al suo lavoro di pastorello e da quel momento, dicono le scritture chissà dove "...lo spirito di Jahvè arrivò da Davide ... e ... lo spirito di Jahvè si allontanò da Saulo... "
 Dopo un po di tempo e in maniera poco chiara, direi quasi con un tocco di ipocrisia, il Profeta Samuele portò il giovane pastore, esperto in arpa e flauto, nella corte del Vecchio Re Saulo, perché con la sua musica cercasse di calmare lo spirito tormentato e depresso del sovrano. Il vecchio Re lo riceve, lo vede, gli si affeziona e con il tempo gli darà anche una sua figlia in sposa. Era un grande dimostrazione di affetto e stima. E alla ragazza, certamente, secondo i buoni usi...taci e ubbidisci ! 
Davide poi ritorna alla sua Betlemme con certi incarichi di Saulo e lì comincerà a far parlare di se, per le sue costanti azioni vittoriose contro i Filistei. Gli parlano delle malefatte del campione filisteo ,un certo Golia, gigantesco e fortissimo soldato. Sicuro della sua gioventù, Davide si offre per dirimere controversie in una Singolar Tenzone con Golia. Il Re Saulo , ammirato , gli offre addirittura la sua armatura.
Davide dirà No grazie, disdegnerà la offerta perché preferisce lottare libero di corazze, armato solo della sua fionda, nella quale era abilissimo. E arriva il giorno della disfida. Golia al vedere il ragazzetto si sbraga dalle risate e Davide, raccolta un grossa pietra, da tre o quattro giri alla sua fionda e zaaaasssss ... la pietra centra con forza e completamene la fronte del Gigante. Golia barcolla e scivola a terra mezzo tramortito.  Sicuramente si ricupererebbe in pochi secondi. Però il giovane Davide, fulmineo, con l`agilità felina della gioventù, balza sul corpo di Golia e con un affilatissimo coltello gli taglierà la carotide. E subito dopo, gli mozzerà lo capo a tondo... E da quel momento Davide, Golia e la fionda passeranno alla storia e alla leggenda. 
Però...
...interviene quella schifosissima strega che è l'invidia. Questo fatto clamoroso ed eroico e altri ancora del giovane pastore la porteranno a tormentare l'animo del vecchio Re. Lui giovane e forte io vecchio e mezzo scassato. E l'ammirazione del popolo va crescendo.. E più Davide si faceva famoso e ammirato e più il povero vecchio, che si sentiva escluso, si mangiava il fegato. Arrivó al punto di pensare ad ammazzarlo. Inoltre siamo franchi, non gli piaceva niente quella tenera amicizia di Davide con suo figlio Gionatan. Si spettegolava su quello nella corte e Saulo si vergognava.
Certamente, anche se allora le "amicie" tra uomini non erano del tutto sconosciute, tuttavia non erano ancora i tempi dell'orgoglio gay.
E Davide, che fesso non era, si rese conto di questo , subdolò il pericolo e cambiò aria. Se ne andò a vivere in una città filistea, cercando lavoro e lo trovò tra i militari. E tanto seppe distinguersi che dopo un certo tempo, a forza di aumentare di grado. arrivò a Generale dei soldati filistei di quella regione. Ed anche, astutamente, si era messo a studiare bene il sistema delle nuove armi, le armi di ferro dei filistei che tanta superiorità dava al loro armamento. Poi un certo giorno gli dissero della morte del Re Saulo e di suo figlio Gionatan, l'amico di Davide. Pianse sinceramene per tutti e due, però, si sa, era veramente addolorato per il suo antico amico.
E decise tornare in patria. In osservanza agli ordini di Yahvè, naturalmente. Era finito il suo tirocinio ed aveva imparato come fare una guerra, non con bastoni o forconi ma con armi di ferro. Fu a Hebron la città della sua tribù, quella di Giuda. E lo nominarono re. Pero le tribù del nord non volevano riconoscerlo ed avevano nominato Isboset, altro figlio di Saulo. Conseguente ricorso alle ami.
Ma Davide non era più solamente il giovane pastore armato del suo coraggio ed una fionda. Era ormai diventato un esperto politico e guerriero. E sbaragliò Isboset.
E con la morte di Isboset finalmente le dodici tribù si misero d'accordo per formare un solo regno unico e Davide come re. Con sede in Hebron. E da Hebron Davide governò e bene, per circa sette anni Dopo questo periodo, gli Israeliti,  mai  contenti di niente e che volevano mantenere la tradizione al mugugno, cominciarono a brontolare che ci voleva come capitale un'altra città perché Hebron non andava più bene. E giù le interminabili discussioni. Allora Davide, per risolvere il problema, decise lui quale sarebbe stata la nuova capitale. Quella che voleva lui. E scelse Gerusalemme. Non aveva tutti i torti. La città era in cima a una montagna quasi inespugnabile e nel centro del Paese. Non apparteneva a nessuna delle 12 tribù e nessuno si sentiva preferito. Un solo inconveniente: ci stavano gli Giabosei. Una sub tribù di Cananei. Figurarsi se questo poteva essere un ostacolo per l'unto di Jahvè. La conquistò in un quattro e quattr`otto. Pero dimostrando abilità di statista ne' la rase al suolo ne' accoppò i suoi abitanti. Coesistenza pacifica. E così fu e così tutti felici e contenti, vincitori e vinti.
Da allora la città si chiamerà la città di Davide. Fu infatti il grande re che così la volle così la conquistò e così la modellò ai suoi gusti. E l'Arca dell'Alleanza ebbe finalmente una terra dove stabilirsi. Ma non in un Tempio.
Perché Yahvè, nella sua volontà inscrutabile, non volle che a costruirlo fossero le mani de Davide, troppo macchiate di sangue. Ci furono tanti eroi che sia pure con le mani imbrattate di sangue ricevettero l'approvazione di Yahvè. Eppure adesso rifiutò Davide. E` più difficile per te conoscere la volontà di Dio che per me travasare tutta l'acqua del mare con questo mio secchiello... fu quanto disse il famoso bambino che giocava sulla spiaggia , al non meno famoso San Agostino. Ma questo fu secoli dopo.
Il Tempio lo costruirà Salomone. Figlio adulterino di Davide con Betsabea. E cosi fu che il Re Davide, pastorello, musico, danzatore ,poeta, guerriero, statista e Re iniziò una nuova epoca per il popolo di Israele. Ebbe varie spose e una infinità di concubine in quei tempi di poligamia e di donne sottomesse.
 E da qualche parte ho letto che Davide se ne stava bel bello sul balcone di casa sua e da lì vide, nella casa o villa del vicino, un donna bellissima che si faceva il bagno. Corpo di Bacco! Ovviamente tutta nuda. Solamente le monache si fanno ( o si facevano ) il bagno vestite Suppongo con contorno di ancelle . Al vederla, ( ovvio che voleva essere vista) il focoso Davide prese fuoco come di dovere, chiese chi fosse, glielo dissero, la moglie di un suo ufficiale, un certo Urias. ...Ordinò ai suo tirapiedi di andarla a prendere, letteralmente, così com'era e di portala da lui. E cosi successe. Modi spicci. Ma tradizione vuole che i due si innamorassero perdutamente e che quindi l'amore giustifica tutto. In conclusione si dettero allegramente all'adulterio, a più riprese, con la frenesia del primo amore. Tutti se ne accorsero. E, doverosamente per ultimo, il famoso marito. Davide allora, lessi da un'altra parte, ordinò a qualche suo assistente militare di mandare il povero Uria in prima fila, all'attacco e lasciarlo solo. E solo mori, naturalmente. Se fu così, fu un omicidio bello e buono. Ma la legge non è mai stata uguale per tutti.
Pero che ti succede? Che Yahvè, che tutto vede e tutto sa, non gli perdona tanto facilmente. Manderà un sacco di problemi di stato all'adultero e assassino Davide e, come castigo più personale, fa morire il primo figlio di Davide con Betsabea.
Però nonostante questo Davide e Betsabea faranno onore a la tradizione che li vede sempre felici ed infelici amanti. Ed avranno altri figli tra i quali il grande Salomone, che rimarrà anche lui sempre nella storia tra ebrei cristiani e mussulmani.
Salomone sarà conosciuto come il gran saggio per antonomasia, magnifico amministratore dello stato, per aver scritto delle poesie d`amore bellissime nel suo Cantare dei Cantari , che ebbe la grande avventura con la bella etiope Makeba la Regina di Saba, e che dette origine agli ebrei negretti di Etiopia che saranno i Falascia. 












       11/                       SALOMONE


Salomone è stato il terzo ed ultimo re di Israele. Figlio del Grande Davide e della vedova, adultera, bellissima Betsabea. Ed erediterà da suo padre un impero enorme, dal Nilo fino all'Eufrate. Però come pretendenti all'eredità c'erano anche un mucchio di fratelli e fratellastri, prodotto della virilità di Davide e degli usi dei tempi. Cosa succede spesso tra fratelli? Che litigano. Così che quando il bel pastorello dai capelli d'oro diventerà vecchio biascicante e starà per morire, per non contraddire la antica tradizione alla sua sperata morte si formeranno due partiti. Da un parte Adonia, appoggiato da  Joab ed Abiatarre; dall'altra Salomone che era il favorito alla successione , già scelto da Davide in vita e dalla sua amata moglie Betsabea. Vinse Salomone che eliminò i fratelli pretenziosi.
Però, per curiosità, andiamo a vedere quello che successe tra fratelli nella dolce Terra di Israele nell'anno 1000 prima di Cristo. Fratellastri, si direbbe oggigiorno, ma sempre fratelli. Il figlio maggiore, il teorico avente diritto alla primogenitura era Ammone. Però volle la cattiva sorte, o la dea Afrodite o lo stesso Yahvè che Amone si incapricciasse di una sua sorellastra, la bellissima e voluttuosa Tamara. La volle possedere. L'ottenne, violandola, e soddisfatte le brame, chiamò i servi per sbatterla fuori dalla stanza. Perfetto gentiluomo. La povera Tamara, violata e abbandonata, va a piangere le sue disgrazie dal fratello Absalonne. Costui, per vendicare l'incesto - non incesto consenziente come quello di Sara con Abramo, ma incesto con violazione - mandò a accoppare il fratellastro. O forse era una scusa per togliere di mezzo il forte pretendente al trono di Davide. Peró in fondo si trattava pur sempre di fratricidio e i fratelli del fratello morto volevano accopparlo a lui; e lui scappò. Scappò ma fu tradito dai suo bellissimi capelli lunghi che si ingarbugliarono in non so che arbusto e i fratelli vendicatori del fratello morto ammazzato poterono raggiungerlo e fargli fare la fine del morto ammazzato pure a lui. E così, guarda caso, rimase libero il cammino alla successione per l'altro Fratellino, Adonia.
Il vecchio e senilmente caparbio Davide, sa delle aspirazioni al trono di Adonia, ma continua preferire Salomone. Non si sa se perché era il figlio con la sua amatissima Betsabea o perché lo considerasse il più atto al trono. E cosi il vecchio ma ancora astuto Davide lo introna, lo nomina Re, in tutta fretta, senza aspettare a nominarlo dopo morto.
Dopo un po si formerà un grande confusione. Per complicare un poco di più le cose, interverrà anche una ragazzina carina che scalderà le fredde notti al vecchio Re Davide: ma questo non c'entra tanto. Il fatto importante è che per ordinare il disordine e fare un poco di ordine, il saggio Salomone fece accoppare il fratellastro Adonia con tutte le sue frustrate aspirazioni al regno. Cosi che Salomone, saggiamente, rimase il solo ed unico erede della corona. E, ovviamente il tutto con l'approvazione di Jahvè.  Tutto gli era permesso.
Ci furono molte novità con questo famosissimo Salomone. Poco a poco, sempre saggiamente, seppe aumentare le caratteristiche di splendore che già avevano caratterizzato la corte di suo papà  che aveva aumentato non poco i confini del regno ed iniziato certa modernizzazione delle rozze  tribù di Israele. Suo figlio Salomone non volle essere da meno, non fu da meno, anzi andò oltre.   
La corte di Salomone era molto simile alle raffinate Corti Orientali. Lui stesso era un persona colta e la sua fama ce lo indica come l'autore di buona parte dei Proverbi e del bellissimo e sensuale Cantare dei Cantari. Quest'ultimo bellissimo poema ha dato non pochi  dolori di testa a Rabbini e Sacerdoti Cattolici. Prima gli uni e poi gli altri hanno cercato di interpretare i bei versi erotici d'amore come se fossero scritti sacri. Le belle amanti descritte in certi particolari dalla penna lussureggiante di Salomone non erano giovani donne dalle belle forme, ma allusioni evidentialla Sinagoga. El altrettanto accadde anche dopo, per i Cristiani, che ne videro l' allusioneevidente alla chiesa Cattolica Apostolica e Romana. Nel commentario a una edizione della Bibbia che ho a casa mia, si legge: " però i dottori Ebrei ed i Santi Padri della Chiesa . hanno considerato e con molta ragione questo libro dei Cantari come un poema nettamente allegorico e non come un lavoro profano...".
Cosicché dovrebbero intendersi come allegorici i pochi versi che qui io riporto, come esempio:
""Oh, bella principessa, con che grazia camminano questi tuoi piedini in questi sandali delicati e bellissimi....gli snodi delle tue ginocchia sono come lavoro di artigiano maestro...e questi seni sono come tazze fatte al tornio e mai prive di preziosi liquori ... Il tuo ventre è come un mazzetto di spighe circondato da fiori delicati... come due cerbiatti gemelli e saltarelli sembrano questi tuoi bei seni ... il tuo corpo si snoda come la palma... il tuo petto bellissimi grappoli... e io dico che salirò su quella palma e prenderò quei frutti come grappoli d'uva ... e il profumo della tua bocca come la mela...""
Ci vuole un bel fegato, faccia tosta e fantasia della buona per sostenere seriamente che Salomone al descrivere una delle sue amanti pensasse alla Sinagoga o addirittura alla Chiesa di Roma. La Chiesa di Roma...come un indovino del futuro.
Però. chiariamo, subito, Salomone non fu solamente il tipo che manda a ammazzare il fratello Adonia, né fu solamene il poeta gaudente. Fu un governante davvero, uomo di stato dei più validi. Introdusse cambi nel servizio militare. Eliminò le leve tribali del Nord che erano ostili. Utilizzò molto i lavori forzati però per dedicarli alla grandi costruzioni che volle e fece. Costruì strade. Dette lavoro a 80.000, 70.000 e 30.000 tra muratori, artigiani bronzisti, falegnami per costruire la Casa ossia il Tempio, che era l'antica aspirazione degli Israeliti da secoli. E nacque cosi il famoso Tempio di Salomone, bellissimo, che gli ebrei di tutti i tempi ricorderanno come simbolo, con affetto e con tristezza per averlo poi perduto. Costruì anche la propria casa di famiglia, ma a quei tempi la ricchezza personale del Capo dello Stato coincideva con quella pubblica. Era abitudine. Ma costruì anche la fortezza di Milo, le mura di difesa di Gerusalemme, di Jatsor, di Meghido e di Gezwer. E, ripeto, il suo spirito raffinato non gli impedì di saper preparare il suo popolo per la guerra, modernizzando e modificando il sistema militare. Volle e formò le prime Panzer Divisionen di Israele, con 1.500 carri armati (cocchi da guerra) e 4.000 cavalli. Non era poco! Era ovvio che a tutti questi suoi progetti e realizzazioni si opponessero i vecchi conservatori, la tecnocrazia israelita.
Per fare tutte queste cose, costruzioni, approvvigionamenti per l'esercito, ci volevano molti soldi, ovviamente. E gravò di tasse tutte le tribù costituendo 12 distretti fiscali. Però con tutto questo seppe ampliare enormemente il commercio e gli scambi. Le strade erano magnifiche, sicure e commerciava con tutti. Anche uomo d'affari era Salomone. Cosi deve essere un Capo di Stato. Saper fare di tutto. Fu anche commerciante d'armi, pur di aumentare le disponibilità di bilancio, si direbbe oggi. Comprando di qua e venendo di là. Pagava una moneta d'oro per cento armi e le rivendeva le stesse cento armi per due monete d'oro. E con questo 2 per cento modestissimo guadagnava un sacco di quattrini! Ah dimenticavo. Fece anche la prima fonderia in Israele.
E con tutto questo, nei momenti di ozio, si dilettava, a parte le poesie, con la bellezza di 700 spose e 200 concubine. Altroché il padre Abramo che bel mandrillotto lo era anche lui, ma di spose ne aveva solo una e egli bastava. Comunque il sempre più saggio Salomone, a proposito di tante mogli e concubine straniere, diceva che seguendo l'esempio del suo grande padre, il Re Davide, tutto questo eroicosurmenage era con fine di multipli alleanze militari e politiche e che lui si sacrificava per la maggior grandezza di Israele. Un sacrificato, insomma.
Strette una buona alleanza con l'Egitto, il paese che fin dai tempi di Abramo era il Grande Paese dell'Ovest. E si sposò con la bellissima figlia del Faraone: altro sacrificio per la patria. Però per questa regina, chissà la più importante e bella del suo gineceo, costruì un casa speciale perché la egiziana voleva mantenersi fedele alle sue divinità` egiziane; e dal canto suo Salomone non poteva azzardarsi a contaminare la sua casa ufficiale con divinità straniere. Cosi la Regina Egiziana fu la prima Regina della storia ad avere il suo Trianón.
Ah altra cosa che quasi dimenticavo: il grande Salomone era anche maestro della Cabala. Mancava solamente questo.Insomma, un uomo interessante, quasi completo. Con i vizi per la adeguatezza ai tempi,  ma anche con moltissime virtù e meriti.
Un homo universalis, come Alessandro di Macedonia, Federico II di Sicilia e Leonardo da Vinci.
Però è anche evidente che con tutti questi cambi e innovazioni, con questo trasformare delle tribù di beduini in un raffinato regno orientaleggiante, rimaneva poco della antica austerità, delle abitudini originali, patriarcali delle puzzolenti tribù di pastori vaganti per il deserto con su Arca mobile e inneggiando con processioni e litanie al loro Dio. E questo era naturalmente mal visto dai vecchi, soprattutto dagli Israeliti delle tribù del nord perché tutti i segni del potere si erano andato via via concentrando a Gerusalemme: l'Arca, il Tempio e il Governo.
In realtà Salomone aveva degradato l'antica città di Sichen dov'era  arrivato secoli prima il Padre Abramo. Secondo loro, i vecchi tradizionalisti, la vera capitale era Siquen. Gerusalemme era la capitale fittizia, la città di Davide. Il mugugno di sempre...Ci deve sempre essere qualcuno che non è contento...
Passa il tempo....
Un bel giorno, nella ultima lontanissima punta della penisola araba, ad una tal Makeba -- Regina di Saba, bellissima etiope con iniziativa, la Venus Negra della epoca -- le venne lo sghiribizzo di conoscere questo Grande Re del quale tutti parlavano, come uomo saggio, ricco, potente, giusto, bello. Cosi che con la su bella carovana di cammelli, servitori, soldati  e ancelle fu a visitarlo. Naturalmente Salomone, da gentiluomo che era, la ricevette. Non si sa se in udienza pubblica o privata o privatissima. Conoscendo il tipo non avrei dubbi. La regina rimase impressionatissima per le virtù di Salomone, la saggezza, la ricchezza e quasi subito si convertì al monoteismo accettando il Dio Jahvè. E, tra parentesi, dicono, che offri niente di meno che 4 tonnellate d'oro. Salomone, interpretando la volontà di Jahvè, accettò ringraziando con un inchino. Allo stesso tempo quella donna bellissima dalle fazioni esotiche cominciò a esercitare un fascino tremendo sull'uomo che di fascini se ne intendeva.
Però, nonostante i fascini, non riusciva a sedurre la bellissima dama. Dopo varie settimane arrivò l'ora del ritorno a Saba. All'ultimo momento quel furbacchione di Salomone riuscì a carpirle una promessa: nel caso che la Regina Makeda riuscisse a portare con se qualcosa di apprezzatissimo del Regno di Israele, lei, la regina, avrebbe acconsentito a passare l'ultima notte con lui, con Salomone, nel suo letto. La regina accettò. Accordo fatto. Il giorno prima del viaggio di ritorno Salomone offrì una cena di commiato alla bella dama. Piatti specialissimi e che il re aveva ordinato ai suoi cuochi di condire con molto sale e specie delle più piccanti. Dopo gli ultimi dolcetti la regina dovette bere un enorme quantità d'acqua per calmare la sua sete. Quale bene era più apprezzato dell'acqua? e non era l'acqua che la Regina portava con se da Israele ed abbondantissima per il viaggio?
Salomone vinse la scommessa. Ovviamente. E a Regina mantenne la promessa, pagando la posta. Ovviamente.
Si disse che la regina fu felice di aver perso la scommessa. E da quella unione, da quella unica notte d'amore nacque Menelik, futuro re d'Etiopia.
Sembra che più tardi il giovane Menelick lo mandassero a Gerulsalemme per conoscere suo padre e ricevere una adeguata educazione. Poi, nonostante Salomone insistesse perché Menelick rimanesse con lui, il giovane tornò a casa sua.
Certe voci di tradizione dicono che il giovane si portò dietro l'Arca dell'Alleanza. Rubata? Regalata? Una copia? Secondo alcuni scritti pare che la famosa Arca rimanesse per un tempo nell'Isola Elefantina vicino al Nilo. Poi che l'Arca sarebbe stata collocata in una specie di tabernacolo in una isoletta sul lago Tana, in Etiopia. Lago pieno di coccodrilli, dove rimase per circa 800 anni. Dopo questi lunghissimi 800 anni sembra che un certo Re Ezana di Etiopia decidesse il trasloco dell'Arca ad Axum la città sacra di Etiopia. Quella città di Axum il cui obelisco, preda bellica di Mussolini, fu restituito a Etiopia recentemente ma gli etiopici mai pagarono il trasloco dell'obelisco, mi dissero: cose che succedono ad essere troppo gentili. Ed in Axum, la famosa Arca riposa, venerata, nella chiesa copta di Nostra Signora di Sion. Secondo gli Etiopici è il posto dove sta tuttora, vigilata e custodita da un sacerdote che, secondo la tradizione, dovrebbe essere della Tribù di Levi.
Vuoi sapere se tutto questo è certo?Fatti un bel viaggetto a Axum. Una bella visita alla Chiesa di Nostra Signora di Siòn ti toglierà qualsiasi dubbio. Io ci sono stato e non ho nessun dubbio.E poi?
Dopo la bella parentesi con Makeba, cosa successe al nostro Salomone, il saggio?
Quasi al fine di sua vita commise peccati ancora più gravi e sempre per colpa di donne, la eterna perdizione dell'uomo.Con tutte quelle mogli e concubine che ebbe e straniere, non poteva non aver subito una certa influenza da parte loro e delle loro religioni. Con tutto quell'Harem-Panteon di divinità, è molto probabile che il grande saggio ridimensionasse le cose di religione... la qual cosa, per i religiosi tradizionalisti di tutti i tempi è sinonimo di cadere nell'idolatria. Dio ce n'è uno solo, ed è il nostro. Punto. Finita la storia. Se ne ammetti o rispetti altri non sei un liberale ma un idolatra. Anatema su di te.O forse e anche più probabilmente, il nostro Salomone come tutti grandi era anche un grande istrionico al quale interessava solamente se stesso. E Dio lo lasciava ai preti.
Comunque sia, dicono certi sacerdoti che fingono non intendere certe esigenze dello statista, per questa specie di accettazione idolatrica di divinità straniere sparse nel suo ormai amplio regno, Salomone si coprì di peccato.E morì, Salomone , in peccato, nel 931 A.C.
 E mi dicono che la data è certa.Pero mi dicono anche che se è vero che Jahvè è giusto, è anche vero che è un poco rancoroso. E chi ci perde è il solito popolo che paga i piatti rotti dei capi. Per le colpe di Salomone arriverà il castigo di Jahvè al popolo di Israele che si dividerà in due. Regno del Nord e Regno del Sud. Il regno del Nord, Israele, che con la faccenda delle dieci tribù perdute quasi si sfumerà dalla storia e rimarrà qualcosa solamente nella leggenda. E il regno del Sud, Giuda, che con le sue due tribù di Levi e Beniamino, andrà obbligato con Nabucodonosor cammino a Babilonia. E dalla quale ritorneranno, quelli che vorranno ritornare, quando Ciro, il re di Persia, li lascerà liberi di decidere. E con la libertà ricevuta in regalo da Ciro, l'antico Regno di Giuda esisterà  ancora un tempo, fino a che arriverà Roma con i Romani, faranno Tabula Rasa ai tempi di Bar Coibà. E da lì  comincerà la vera diaspora.
Secondo gli ortodossi, tutto per volontà di Jahvè.
FIAT VOLUNTAS DEI.
Che all'incirca è lo stesso.












Nessun commento: