15 ago 2010

Per la Madonna! Per dio! Per Hercules!


(Invocazione in Roma Pagana y Cristiana)

Era nel 41 o 42, non mi ricordo bene, frequentavo il Ginnasio in una scuola privata a Roma e con sacerdoti britannici che facevano il saluto fascista in voga e obbligatoriamente spontaneo.

Con il mio amico di adolescenza, Michele, litigavamo sempre per decidere a chi dei due toccasse suonare la campanella per la messa della domenica. Anche quella, la Messa, obbligatoriamente spontanea.

E un bel giorno scoprimmo anche che era facile rubare alcune delle rose, bellissime, che il nostro Preside, Mr Chance, coltivava con molta diligenza nel giardino della Scuola.

Volevamo regalarle alle nostre amichette, le nostre prime fidanzatine e avevamo capito che loro si commuovevano per una attenzione delicata; non si interessavano minimamente per sapere da dove e come venissero. Ma intuivamo anche che l`eventuale furto confessato, avrebbe aumentato romanticamente l`alone di mistero.

Pero, sai com ‘ è, dai e dai, arrivò la volta che il Signor Preside ci colse in flagranti: ciascuno di noi aveva in mano due rose bellissime di un rosso scuro con qualcosa di striature nere. Con la sua flemma britannica graziosamente mischiata con certa impulsività dei figli di Remo, ci prese per le orecchie. E letteralmente ci assalì, senza scomporsi, pero con le vene del collo gonfie e con il suo ridicolissimo accento alla Stanlio e Ollio: - Dove credete che andate voi con queste rose rubate?-

- Per la Madonna, Signor preside !-

Pero quel “PER LA MADONNA in italiano può anche essere interpretato come quasi una bestemmia. Per Dio ! Per Hercules, diceva Plauto il commediografo.

Rimase perplesso. Forse il Preside non si aspettava quella risposta.

- Siamo nel Mese Mariano, nel mese di Maria! Sono per il culto a Maria Vergine!!.- gli strillai mezzo piangendo con la mia faccia da innocentino e correndo dietro alla mia orecchia.

Al dirgli che le rose erano per il culto del mese Mariano, un bel colpo basso, il Signor Preside rimase di stucco. Povero uomo! Non se lo aspettava. Lasciò la presa delle orecchie, come se scottassero.

- Per questa volta... portatele all`altare... Mettetele bene, sono rose molto, molto speciali... Ma la prossima volta chiedetemi permesso a me, personalmente... Più tardi passero’ a vedere come le avete messe... -

Ma era furioso. Contenuto, ma furioso.

E così fu come io imparai che per qualsiasi non si sa mai, é bene sempre avere una bella scusa pronta.

10 ago 2010

Il Santo Prepuzio



(o pudore delle mamme di prima )


Fimosi è una bellissima parola e viene dal greco φίμωσις e significa qualcosa di stretto. Si usa ( si usava ) per indicare: se un istmo era stretto, o una strada stretta. Oggigiorno il termine è sopravvissuto unicamente in medicina per indicare che la pelle, prepuzio, che ricopre il glande, è stretta. E pertanto impedisce o rende difficile e doloroso il suo normale scorrimento sul glande, cosa che avviene normalmente nell`atto del coito. In casi estremi la apertura è tanto stretta che rende difficile persino fare pipì. E`una malformazione, ovviamente. E se nessun genitore se ne accorge per porvi rimedio, se ne accorgerà il giovane quando arriverà alle sue prime erezioni. In che modo? Quando per il ragazzino comincerà la dolcissima epoca della masturbazione i suoi amichetti gli diranno come si deve fare ma lui non potrà farlo. Cercheranno a volte di farlo insieme, con gran senso di cameratismo. Però il pirolino gli fa male, e suda e grida all’ eterna sorellina che gli chiederà strillando anche lei l’ uso del bagno dove il poveretto lotta con il suo pene eretto, di fronte alla foto della puttanella nuda.

Certo che questo ormai non succede Più. Prima di tutto perché oggi le ragazze ne sanno cento più del diavolo e quando hanno il loro primo figlio maschietto debbono già aver visto cazzi e cazzetti di ogni genere, visti toccati e annusati ; e sanno come sono fatti.

E se non lo sanno per esperienza propria, in vivo, per essere verginelle con timor di Dio, avranno letto libri di sesso, visto pellicole, sfogliato riviste di ogni genere, conversato con le loro amiche o con le loro mamme, così che non si troveranno di fronte a qualcosa di sconosciuto. Inoltre oggidì le mamme avranno la assistenza costante, costosa e quasi inutile del pediatra che come prima cosa cercherà di giocherellare con il piripiccio del bambino, a vedere se tutto funziona bene.

Ma non è stato sempre così.

Ci sono stati casi storici dei quali riferisco solamente uno...per riderci un po´sopra. Se affermassi che uno dei motivi della Rivoluzione Francese, chissá non il più determinante storicamente, ma che non dovrebbe sottovalutarsi, è stato proprio un caso di phimosis? Sissignori, un caso di fimosi reale. Niente di meno che Reale. Dovremmo sapere che il Divino per Grazia di Dio, Luigi XVI Re di Francia, marito della esuberante Maria Antonietta, soffriva di phimosis ! E le pochissime volte che cercò di fare all`amore con la sua Reale sposa con fine di discendenza reale, il suo Sacro Piripiccio gli faceva un male boia! Cosi che quello che per il più comune degli uomini era un piacere divino, per il povero Unto da Dio era un tormento. E chi me lo fa fare?

E riparava orologi mentre sua moglie sfogava in lussi, feste, stravaganze e avventure le insoddisfazioni del Talamo Nuziale; e con questo divenne estremamente antipatica al popolino di Parigi che vedeva e invidiava y suoi sperperi e finì con tagliarle la bella testa bionda. Sapevano della fimosi i sapientissimi Medici del Re? Molto probabilmente sì, però era anche vero che non si poteva permettere che un Cristianissimo Re di Francia fosse un circonciso, come il più lurido mercante ebreo. Bene.

La faccenda fu che quando io, intorno ai miei quindici anni provai i miei primi esercizi autodidattici, mi resi conto che qualcosa non andava bene.

E non sapevo cosa fosse. La pelle del prepuzio rimaneva attaccatissima al glande, non c´era maniera di staccarla, sembrava attaccata con colla da falegname. Il il mio povero glande io riuscivo a scoprirlo solamente per pochi millimetri a sessione e con dolore.

E durai settimane…sembra orribile o da riderci sopra, adesso, però ci vollero settimane per potere finalmente ritirare tutta la pelle del prepuzio. E li c´era l`altro problema.

C´ era la maledetta fimosi, cosa sconosciuta per me, per mia mamma e probabilmente anche per mio papa. Mai ebbi il coraggio di domandare a loro. Di queste cose NON si parlava.

Così che quando finita di staccare la pelle del glande trattai di procedere ai movimenti ritmici indicati dalle esperienze dei vari amichetti, non potevo assolutamente farlo. La pelle del glande non andava indietro, assolutamente, ovviamente stando in posizione eretta. E che eretta, a quei tempi !

Non passava niente di niente! Potevo farlo solamente in stato di riposo. E naturalmente non c`era gusto !

Dovetti adattarmi alla mia situazione. E fu un processo lungo della mia adolescenza-gioventù. Finalmente, dai e dai, la pelle del prepuzio cominciò a cedere e potevo usare il mio attributo abbastanza bene e soprattutto, con certe attenzioni, senza dolore.

In una occasione successe qualcosa di inconcepibile e di incredibile. Non posso dire in che anno né che età avessi io, perché davvero mi vergogno ad ammetterlo. Dirò solamente che non ero più tanto adolescente.

Bene. In una zona d`Italia il cui nome non devo riferire stavo vivendo in una specie di comunità. Non avevo molte occasioni di avere a disposizione fanciullette per mantenere in esercizio tutti i miei ingranaggi. Così che, benedetto Darwin, la funzione sviluppa, ma la non funzione atrofia, il mio caro prepuzio cominciò a recuperare qualcosa del terreno perduto. E fu molto sgradevole per me, che credevo risolto ormai il problemino.

In occasione di non ricordo cosa, fui invitato non ricordo dove a una specie di festa. Ero solo, in quel momento, lontano da Roma, lontano dalla famiglia, lontano dagli amici e lontano da tutto. Cosi che accettai l ´invito praticamente di sconosciuti e mi presentai in quel posto. Dopo poco cominciai a chiacchierare non so di che con una ragazza del posto, ne bella ne brutta, piuttosto insipitella che a Roma non avrei degnato nemmeno di uno sguardo. Dopo un po la invitai a dare una passeggiata nei dintorni, che non conoscevo. La passeggiata era una passeggiata a piedi, naturalmente.Non avevo automobile, ne motocicletta nemmeno gran che di soldi così la passeggiata fu una vera passeggiata nel lungo lago, il bello, romantico e conosciuto lago di Como. Mani nelle mani lei mi portò in un posticino mezzo nascosto, sembrava fatto apposta per innamorati squattrinati, tutto scuro, con appena le lucciole con i loro richiami luminosi d’ amore.

- Sono i maschi- le dissi – che cercano la coppia.

- Come noi? - mi rispose senza guardarmi. Cercai di darle un bacio. Si ritirò debolmente.

- Tu sei di Roma, vero?-

- Si, sono di Roma. Qualcosa contro i romani?-

- No. Solo che mi hanno detto che voi siete di mani lunghe-

- Guarda un po’ le mie. Ti sembrano troppo lunghe?

- Hai delle belle mani. Tu non lavori con le mani, vero? -

- Dipende... Vuoi provarle?–

E li cominció il toccami, non mi toccare, stai un po fermo con le mani,baciami, lo dici a tutte, ti bacio, ti accarezzo... E dopo circa una mezz`ora , in mezzo al vorticare delle lucciole, lei mi guardò come a soppesarmi, e poi si stese sul prato.

Accettai entusiasta l`invito.

Pero no fu possibile!

Il benedetto prepuzio! Y m i fece un male da matti.

In qualche modo risolsi, per lei e per me, con il ricorso dei succecdanei.

Pero dovevo spiegarle e le spiegai. Con un bel po`di vergogna ma con molta franchezza; anche se non considerai necessario fare il racconto storico dell’ esempio di Luigi XVI.

Ed allora la ragazza, del cui nome adesso, sì, non devo ricordarmi, dimostrò un atteggiamento che mai e poi mai avrei immaginato. Mi disse che lei aveva un fidanzato. Che lo era da molto tempo, e che probabilmente finirebbe per sposarsi con lui. Però che era quasi un mese che si erano bisticciati per sciocchezze e non avevano avuto relazioni. E siccome lei era, cosi mi disse esattamente, molto stretta di vagina, sarebbe andata dal suo fidanzato, a fare la pace e all`amore con lui perché potesse aprirla il più possibile, per me. E mi avviserebbe per potere stare insieme davvero, senza che io sentissi dolore.

Fu di una gentilezza squisita.

Due mesi dopo ci incontrammo casualmente per la strada al braccio del fidanzato e me lo presentò.

Era un tipo vari centimetri più alto di me, con muscoli e pettorali che uscivano dalla maglietta sportiva. Mi colpì il suo viso, franco e semplice.

Non la cercai mai più.

E la mia fimosi? Con l´inevitabile rallentamento dei quaranta, il principio darwiniano dell`uso meno frequente cominciò a manifestarsi un`altra volta.

Basta! Chiesi aiuto a un amico medico, gran medico, magnifica persona che io sapevo convinto cattolico apostolico romano la qual cosa né mi interessava né pensavo avesse la minima influenza in lui come medico. La sua stravagante religiosità si mi rivelò in questa occasione. Ci eravamo conosciuti anni addietro fu il medico con il quale nacquero i nostri figli. Era mulatto, bell´uomo, alto, sempre con un dolce sorriso sulle labbra, comprensivo. Era anche medico di monache. La sua clinica era piena di monachelle perché anche loro, alle volte, sono donne ed hanno bisogno di ginecologo. Non prendeva nulla alle persone che si vedevano in ristrettezze ecnomiche. Nemmeno prendeva nulla ai miei figli. Ed anche a me,che di povero a quei tempi avevo solamente la situazione dei miei capelli, anche a me, dicevo, alle volte si dimenticava di farmi pagare la parcella. . Gli feci un busto in bronzo, un ritratto ben riuscito, che gli regalai e la cui foto adesso è nella mia pagina web- Quando un bel pomeriggio andai a chiedergli consiglio sulla mia famosa fimosi, mi resi conto che non voleva ricorrere alla circoncisione. Mi disse che non era necessario e gli credetti. In due occasioni mi fece un taglietto che avrebbe risolto il problema senza intervenire nei piani di Dio, che sa quello che vuole. La circoncisione era una invenzione degli ebrei.

Pensavo che parlasse in scherzo.

Ma al secondo taglietto senza risultati definitivi, mi resi finalmente conto che per motivi misteriosi, anatema anatema, trattava di evitare ricorrere alla circoncisione.

Inconcepibile.

Pensai al fanatico religioso, di qualsiasi religione, che preferisce dolori e sofferenze prima di andare contro certi precetti della sua religione, come la cosiddetta circoncisione femminile. Pensai al ridicolo tentativo di molti cristiani dell’ eta media ed anche nell’ Italia della cosiddetta Razza, quando si nascosero quadri di maestri dove appariva la Circoncisione di Gesù Cristo. E non solamente per fanatismo religioso ma anche per fanatismo di razza come nel caso di molti sacerdoti protestanti tedeschi.

E le anfore contenitrici di tanti e santi prepuzi dei primi cristiani, devono essere svanite nell`etere.

Conclusione, il problema del mio santo prepuzio non si risolse con quest`amico mio, gran medico e gran cattolico, ma con un altro medico che no era cattolico ne’ ebreo ne’ mussulmano ma solamente medico. Mi fecero la mia bella circoncisione, il prepuzio se lo pappò il gatto della clinica ed io ottenni la mia liberazione mascolina.

Trattai, ovviamente, di ricuperare il tempo perso, pero questo mi trasse problemi molto dolorosi ma di altro genere.

E adesso?

Adesso a Montevideo, quando esco dalle docce del mio club di nuoto, alle volte incontro qualcuno che mi saluta: SHALOM.


7 ago 2010

La filmatrice con night shot


In romanesco si dice: FATTE LI CAZZI TUA

Non è stato molto tempo fa. Solamente dieci o quindici anni. Ieri l`altro, per me. Mia moglie ed io eravamo in uno dei nostri viaggetti di primavera estate in Italia, per salutare parenti, amici, comprare quello che ci servirebbe di vestiario per due o tre anni, fino al prossimo viaggio. Alle volte ci sommergevamo nel gran mare delle visite turistiche pseudo culturali. Io avevo una nuova fiammante Handycam Sony, con visione notturna. E facevamo giri e giretti, filmando, mangiucchiando, sudacchiando, comprando come due buoni borghesi di mezz`età, e magari qualcosa di più.
Un pomeriggio, non ricordo in che città d`Italia, decidemmo di entrare in una chiesa per godere un po di refrigerio dal caldo di agosto e vedere un quadro del Pinturicchio che conoscevamo solamente in foto. Cominciammo a fare giri dentro la chiesa, fotografando e filmando anche un altare secondario peró con fedeli cantori quasi affinati. Stavo commentando con Gabriella che in Spagna, qualche tempo prima, avevamo avuto problemi per fotografare e filmare dentro le chiese. Ricordammo anche quando avevo avuto un battibecco con un ciccione e sudato prete spagnolo, rudere dell´ Inquisizione, che molto autoritaria-mente mi aveva schiaffato la sua rude manaccia di contadino gallego davanti all`obbiettivo, strillando che in chiesa non si poteva fotografare. Povero tipo, sapevo benissimo che l`ordine gli arrivava da qualche vescovo solerte e che in Spagna la chiese sono piene di fedeli ed in Italia di turisti. Ma questo no mi impedì di seccarmi per l´atteggiamento arrogante e soprattutto cafone del tipo, e gli gridai furioso perché il Santissimo Apostolo Pietro permetteva foto e filmazioni a Roma e questo tipo di Santiago ( ah,...eravamo a Santiago di Compostella) osava opporsi a quello che permetteva il principe degli Apostoli?
Però Gabriella mi aveva già preso per il braccio, io mi calmai, non ci furono conseguenze ed uscimmo a mangiare un buon Pata Negra.
Questo era successo un paio di anni prima.
Questa volta continuavamo a vedere e filmare il Pinturicchio. Ed io con mi famosa handycam per luce notturna mi ero messo a curiosare tra angoletti scuri o semiscuri degli altari, a cercare qualche dettaglio che non si poteva vedere ad occhio nudo. Ad un certo momento...zaaass che cazzo ! In un angoletto ben appartato, oscurissimo, vidi due tipi, suppongo ragazzo e ragazza, bene immedesimati in energica attivitá febbrile. " Fellatio !! Fellatio!! avrebbe certamente gridato con orrore il pretarello gallego se avesse saputo qualcosa di latino. Io mi limitai a ritirarmi, di scatto ed attonito dissi a Gabriella:
- Vedi? Tu sai che sono agnostico in fatto di religioni, non mi interressano questi problemi peró, porca miseria. questa maniera di essere tanto esuberanti in una chiesa, non è affermazione di personalita, libertà di espressione o che so io,,, No !...Questo è solamente che a questi giovani ignoranti y maleducati di oggigiorno, non gliene fotte assolutamente niente di noi, se ne strafregano delle nostre tradizioni e di tutti noi! Rimasi come inebetito. Cosa si suppone che dovrei fare io? Prenderli a calci nel sedere?
Mia moglie mi guardava con il suo sguardo sempre dolce e magari anche un po’ ironico.
Mi tranquillizzai. Pochissimo dopo le commentai:
- Sai che ti dico? Se il Padreterno li accetta cosi e pare che li difenda, chi diavolo sono io per oppormi ai disegni divini?
Gabriella mi sorrise.
E con questa stravagante considerazione spensi la mia handycam di vista notturna e continuammo i nostri giretti come se niente fosse. Bah...

1 ago 2010

Il confessionale


                                                                                             (Ego te absolvo peccatis tuis)
1949. Non è stato a Roma ma nella Vittoria in Liguria. Era il secondo anno che dopo la guerra facevamo le vacanze d`estate in quel bel paesetto delle Alpi marittime.

Per i giovani, da un anno all`altro passa un mucchio di tempo: In un solo anno le ragazzine si fanno signorinette e ai ragazzini comincia a spuntare un po di barba. Una delicata peluria che ci rende orgogliosi e cominciamo a cercare le lamette di papà. Alla mia età di adesso, ai miei 82 anni, la unica variante è che una bella mattina possa svogliarmi morto. Null`altro.

In quell`estate non fu possibile vedere la ragazza dell`anno prima e rivivere le angoscie timorose di essere colti in flagranti: si era sposata, mi dissero.

Però fu possibile ampliare il circolo delle conoscenze nientedimeno che al doppio. L ´anno precedente era stata l`avventura estiva con una sola ragazza, la nuova da scoprire. E quest’ anno, invece, erano il doppio: erano due. Erano apparse due ragazze favolose. Una, la timidissima Maria Luisa, di 17 o 18 anni, molto bellina, ben fatta, con incipienti graziosi attributi che si cominciavano a scorgere sotto le leggere camicette estivi. Era al suo secondo anno del classico a Genova.

Anche io venivo dal classico e cercai subito di trarne profitto con le storielle dei poeti greci, la mitologia ed eventi storici romantici, pero senza dimostrare apparentemente nessun interesse speciale per lei. Distoglievo sapientemente il mio sguardo che era calamitato dalle sue tettine. Stava a sentirmi, curiosità femminile per l’ uomo “che sapor d´altri lidi ha nei capegli”. Mi sbirciava un po’ ma poco dopo se ne tornava a casa sua. Erano ragazzine alle loro prime esperienze con ragazzi che non erano i soliti compagnucci di scuola, che consideravano generalmente piccoli. Erano quindi curiose e temerose.Quasi tutte di forte educazione cattolica, tradizionalista, influenzate dalle infinite raccomandazioni della mamma e con la fifa del papà, sempre severo.

Mi piaceva moltissimo questa Maria Luisa per quest`aria di santerellina e probabilmente lo era.

L altra nuova ragazza era Ernestina. Un po’ più grande, , bellissima mora, bona da matti, con delle tette voluttuose e generose in lotta costante con i centomila bottoni delle sue camicette.

Era del Liceo Artistico e aveva quell`aria di libertà,scanzonatura, modernità e stravaganza che normalmente si attribuisce all’ artista. Sensualissima, adottava, consciamente o istintivamente , pose per mettere ancor più in evidenza le sue grazie. Pero solamente per porle solo in evidenza.

A quei tempi, povere ragazze, s`accontentavano con ricevere l`ammirazione degli amichetti, percepire vagamente il loro desiderio. Probabilmente notavano qualcosa di piacevole in loro stesse e sicuramente se ne spaventavano, per la idea sempre presente del peccato, di quello che è conveniente, di “questo non si fa”. “Non farti mettere mai le mani addosso dai ragazzi”. Seppi, poco tempo dopo, da mia sorella, che una sua amica aveva chiesto alla mamma, spaventata:

- Perché, mamma? Mi picchieranno?- E la mamma aveva risposto:

- No, picchiarti no... Pero molto peggio !!.-

E Marcella, la amica di mia sorella, rimase a lungo con il terrore e la curiositá di cosa fosse quel molto peggio.

Molte di loro, lo saprei col tempo, arrivarono ad avere figli senza sapere cosa fosse un orgasmo. L`orgasmo? forse, chissà, l`unico vero momento di gran piacere che danno i figli ai genitori, sia pur involontariamente. Jajaja.

E noi giovanottelli? Sempre ronzando intorno a loro, sempre reprimendo desideri che esploderanno solamente nella solitaria oscurità delle nostre stanzette.

E nonostante tutto, sopravvivemmo.

Con mio cugino un anno più grande di me, cercavamo di abbordare le ragazzette. Questa o quella per me pari erano, secondo l’ Opera famosa: cioè, non importava quale delle ragazze ci toccasse in sorte, l`importante era che fosse una ragazza da pomiciare per l ‘estate.

Mio cugino, abbastanza timido fino all`anno prima si era dato una bella svegliata con non so che di attività sociale degli studenti di Ingegneria. Mi rivelò un piano favoloso che mi spaventò e mi emozionò: dovevano cercare di confessarle !

– Confessarle? Sei matto? Come? E chi lo farebbe?

Ed il mio bel cuginetto, orgoglioso del suo macchiavellismo, mi spiegó: Tra due giorni ci sarà la festa del Santo Patrono. Tutte le donne, contadinotte o villeggianti, giovani o vecchie, andranno a confessarsi il giorno prima, ossia domani, per la comunione del giorno successivo. Il parroco, che non poteva non chiamarsi don Abbondio, già un po’ vecchierello, comincerà domani e dovrà confessare più di cento persone. E seguendo i consigli della sua buona ed impicciona Perpetua, la vecchia e fedele serva in dotazione ai preti in quei tempi , le penitenti erano state scalonate per visite ordinate al confessionale. Prima si confesseranno le contadine, che si alzano sempre presto.Poi verranno le villeggianti e poi, per ultime le ragazze, quasi già di sera.

-Ma tu come lo sai?, chiesi.

-Me lo ha detto mia sorella, che sa di tutte queste cose, e che Ernestina e Maria Luisa andranno sul Vespro.

Chissà per acchiappare il vecchio parroco già stanco ed ottenere una facile assoluzione senza tante domande. Se il parroco chiedesse loro, loro direbbero, per esempio, in segreto di confessione, se hanno o non hanno una certa simpatia per qualche ragazzo...chissà, le ragazze magari anche gli chiederebbero consiglio sul da farsi. Chissà il prete direbbe a loro se possono dare qualche bacetto.

- Con lingua o senza lingua? Potrebbe chiedere il prete e così darebbe anche delle idee. Facevano molte domande, a quei tempi, i preti:

- Ti tocchi? Dove ti tocchi? Come ti tocchi?Lo tocchi a lui?

E domande su domande, magari davano delle idee a delle ragazzine che non ne sapevano nulla.

Lo interruppi:

- Confessarle? Ma dici davvero? Sul serio?

- Sì, esattamente. E tu sei l’ ideale per confessarle!

Si, certo, io avevo avuto una certa esperienza come chierichetto, per qualche tempo, nella mia scuola privata di Roma, vestito da chierichetto tutto bello di rosso,sapevo un buon numero di cantici, liturgie in latino, sapevo quando far suonare il campanello per l’ Elevazione dell`Ostia, però, peró...mah...mio cugino mi considerava capace di fare il prete ed io volli crederci. Il piano diabolico era che io dovevo mettermi nel confessionale, di soppiatto, che nessuno mi vedesse. Il confessionale, forse qualcuno se lo ricorda ancora,era una specie di cubicolo dove entrava il sacerdote con la stola del perdono, a tracolla, come una sciarpa. Mi pare che fosse viola. Si sedeva su una seggiolina e ai due suoi lati, una di qua e l´altra di la, c´erano due finestrelle, con dei bei buchettini, fatti in maniera che il prete poteva vedere in faccia il penitente, pero il penitente non poteva vedere la faccia del prete. L`esperienza e l`astuzia suggerivano che, se si trattava di penitente donna, era meglio farla sentire più libera di commentare i suoi peccati ad una voce invisibile. Con le dovute varianti, un po’ come la testa dello struzzo. O anche, chissà, perché la penitente, presa dall’ estasi sublime, non venisse turbata dalle eventuali varie invidiose espressioni dell’ uomo, che il diavolo aizzava con le descrizioni dettagliate dei peccati.

Il nostro don Abbondio cenava alle sette in punto.

Il giorno dopo, il fatidico giorno delle confessioni a catena, mi misi le mie belle e vecchie scarpe da tennis perché don Abbondio era assolutamente silenzioso quando camminava. Le sue scarpe di feltro erano una benedizione per i suoi poveri piedi tribolati ed un pericolo con le sue improvvise apparizioni per scoprire altarini. Cosi che mio cugino ed io andammo nella chiesa. Non c era nessuno. Erano le sei e mezza. Aspetta aspetta, non si presentava nessuno. Non si sapeva dove fosse ‘sto benedetto prete. Mio cugino fu ad informarsi ed accertò con Perpetua che don Abbondio, stanchissimo per tante confessioni, si era infilato a letto e non si sarebbe alzato più, fino al giorno appresso per commemorare il Santo come si doveva.

E allora ? E le nostre candidate?

Gia da un po' io me ne stavo seduto, nervosetto, nel confessionale quando improvvisamente mio cugino:

-Eccole eccole ! Aldo, stanno arrivando... Sono già nella piazzetta. Saranno qui a momenti. Buona fortuna ! In bocca al lupo !

- E in culo alla balena !, fu la mia tradizionale goliardica risposta. E lui se ne andò a tutta fretta.

Si cominciava a ballare!

Guardo attraverso la finestrella spia con i buchetti: Non si vede nessuno. Aspetta e aspetta...

Aspettai più di mezzora, davvero orologio alla mano. Sento qualcuno che si avvicina. Rumore di tacchi da donna.

- Tacchi ?- Ma le ragazzine non usavano ancora i tacchi.

Continuo a sbirciare. C `era poca luce ma la figura che si stava avvicinando non era certo di nessuna delle due, né Ernestina né Maria Luisa.

- Dio mio...fa che non si metta qui!- pregai.

Ma si mise.

Una voce di donna, di una signora, mi sussurra:

-Buona notte, Padre. Mi scusi se arrivo tardi. Io sono la signora Tizio e Caio, sto villeggiando qui con mia figlia....volevo confessarmi...-

Che cosa fa un poveretto in quella situazione?

Confessare delle ragazze della nostra età non era altro che una ragazzata. Come una storiella alla Boccaccio. Ma confessare una signora, una donna vera, adulta, mi sembrava molto poco rispettoso e pericolosissimo. Già mi immaginavo stuoli di mariti incazzatissimi che mi rincorrevano per impallinarmi il culo.

Però, chissà.... Audaces adiuvat ipsa Venus…

Avevo altra scelta? Mi accomodo bene la stola e comincio , seguendo per filo quello che avevo sentito decina di volte.

- In nomine patris et fili et espiritu santi, Amen.-

- Amen.- Risponde la penitente.

- Mi dica figliola,quanto tempo è che non si confessa?

- Padre, lei non è don Abbondio, vero? Lei ha una voce differente, da giovane. Lei deve essere il nuovo padre che si stava aspettando qui per aiutare don Abbondio che comincia a essere un po vecchierello...-

- Sí, figliola mia...E`così... Pero non ti distrarre. Quanto tempo è che non ti confessi per avvicinarti meglio al Signore?-

- Padre, se sapesse...- e li cominció una verborrea che non terminava mai. Mi parlava dei vicini di casa, dei parenti, della suocera e tante storie che non servivano a nulla agli effetti della confessione, immagino, ma che mi servivano per darmi una certa sicurezza in me stesso. Quando presi un po di coraggio, le dissi che tutti quei raccontini e pettegolezzi non interessavano al Signore, che doveva limitarsi a dirmi i suoi peccati. In conclusione. La signora non era nessuna gran peccatrice, solo si accusava di un po di gola che sapeva che era un peccato e che anche le faceva male perché la ingrassava. Mi affrettai con:

-Ego te absolvo peccatis tuuis in nomine Patris et Filii et Espiritu Sancti. Amen.-

- Amen-.

-Tre Avemaria e tre Padrenostro-. Però devi dirle a tua figlia Ernestina che si confessi anche lei, che venga pure qui da me...

- Come fa Padre a sapere che mia figlia si chiama Ernestina?.-

- Cara Signora, anche il Più modesto prete, come sono io, deve sapere tutto per aiutare bene il suo gregge...E che quindi che si confessi anche la sua bambina perché con la sua mamma possa ricevere il Signore con l` anima pura e limpida.-

- Padre ! Però mia figlia non é con me adesso . E`stata invitata dalla mamma del giovane studente di ingegneria per mangiare insieme alla sorellina una crostata di pasta frolla, che sapesse che bene la fa... Ed è con questo ragazzo e la sua sorellina. Non so nemmeno come si chiamano. Però lui mi ha chiesto il permesso a nome di sua mamma e io glielo ho dato, perché la signora è molto buona, molto seria e giochiamo canasta quasi tutti i fine di settimana.

Quel strafiglio di una gran puttana di mio cugino mi aveva schiaffato addosso la mamma di Ernestina, per avere cosi’ più tempo libero per le sue macchinose vergognose e lubriche macchinazioni!!!

Avrà gustato anche la Crostata di Pastafrolla?

Cosi che per la prima volta, lui fu il Buffalmacco ed io il Calandrino.