11 lug 2010

Lasciatemi almeno un piede! (1949)


- E questo tipo qui, sulla cima della montagna, sei tu, vero? – Cosí mi chiese mia figlia di recente nel guardare una delle tante fotografie nel mio studio di scultore. Una vecchia foto ingiallita dal tempo, in bianco e nero, un paesaggio alpino, neve. Ero in compagnia di altri sette ragazzi, tutti visibilmente tremanti dal freddo. Guardo la vecchia foto. Eravamo amici e colleghi d`università, tutti ventenni,e si viveva a Roma, nel 1949. Il “49 !” Da pochi anni era terminata la guerra, tutti ancora ne risentevamo e cominciava la guerra fredda. Fu l`anno in cui a Berlino si era appena costruito il famoso muro che divideva le due Germanie. Fu l`anno quando ufficialmente fu dichiarata la Repubblica popolare cinese, quando nacque la CIA, furono assassinati Gandhi e Gaitan. Eravamo studenti di Legge di Lettere, Architettura, Medicina.



Continuo a guardare la vecchia foto. Avevamo lasciato tutti Roma, nel mese di dicembre. Emozionatissimi per il nostro primo viaggio turistico ! Pochi soldi, in treno il vagone di terza classe perché non ce n´era di quarta. Avevamo attraversato la frontiera al passo del Brennero e arrivammo in un albergo vicino Innsbruck, in Austria, che sembró molto lussuoso a noi, studenti con pochi quattrini in tasca, degli sci scadenti e vecchi. Il mio sci destro si era rotto due anni prima quando volevo sciare a tutti i costi a Roma, in una storica stradina in discesa, dovedi notte erano caduti tre centimetri e mezzo di neve, con grande eccitazione dei Romani del Quaetiere Prati .


Avevo mezzo rattoppato questo sci vecchio, che mio padre usaba quando era giovane. Avevo messo una toppa di alluminio.Gli scarponi erano relitti di guerra , degli anni 30, con attacchi che ballavano sconquassati forse in ricrdo del Charleston.


Per arrivare fino all`albergo, lassú in alto, la funicolare sembrava che salisse e salisse fino alla stratosfera ed attraverso i vetri appannati si vedevano solo nuvole e nebbia. Arrivammo quasi alle porte dell’ Hotel. Rifiutammo con nobile disdegno il menú del ristorante ( perchè era caro, per noi ) ed andammo diritti a dormire nelle nostre due stanze. Quattro persone per camera. Bagno comune a fine corridoio.Un buon pezzo di pane e salame che era rimasto del pranzo a bordo del treno, acqua corrente e a dormire, esausti.


La mattina dopo, gli otto eroici studenti turisti, con rinnovata energia per il miracolo della giovinezza, pieni di maglioni, sciarpe e con in spalla gli sci alla Ridolini, eravamo nel cortile dell'hotel. Ansiosissimi per vedere la famosa discesa nelle Alpi austriache, tanto decantata.. Eccitati ci stavamo avvicinando l'inizio della discesa. Ma prima di arrivarci, M., il grande futuro professore universitario, rinomato architetto e scrittore, mi diede di gomito e disse sottovoce:


"Aldo, Aldo, hai visto le cameriere?


- Quali cameriere?


- "Cazzo, la notte scorsa. Non le hai viste? Proprio tu? Non le hai viste ? Le tre bonissime cameriere, sexísimas, biondissime, vestite alla tirolese?


- Ma, M., se siamo in Tirolo, come cavolo vuoi che si vestano?


Veramente dovevo essere stanco morto, io, perche il mio testosterone esultante non si fosse reso conto, la sera prima, ne di cameriere ne di nulla.

"Ma guarda quanto sono bone ... -


E io guardavo. Certo che guardavo. Erano davvero carine, anzi, bone da matti. E proprio in quel momento pareva che ci guardassero a noi due. Stavano in una finestra piena di geranei, al primo piano in una delle due camere senza bagno per noi otto.


Guardavamo le ragazze. Gomiti appoggiati sul davanzale della finestra, sporte un pó in avanti. Una di quelle pose che senza dubbio ingenuamente, a volte prendono le ragazze senza rendersi conto di che cosa offrono alla vista pura di un ragazzo di vent`anni. Ci guardavano, ammiccavano, ridevano, sembrava che ci salutassero, di nascosto dal loro padrone. Sì, senza dubbio. Tutte e tre ci avevano appena salutati, a noi due, con un bel sorrisetto allegro e scanzonato.


"Ragazzi - dissi a quelli che si stavano preparando per la discesa.- Ragazzi!...Ma guardate un po che tette ci sono da queste parti...-


- Accidenti, stai zitto! - mi gridó M. sibilante.- Sei matto? Sono tre! Noi siamo due ... Ma se si avvertono tutti, si forma un casino della madonna e magari poi non otteniamo un cazzo.. Lasciali andare giù a sciare e noi rimaniamo soli!!


"Ah ... io non lo so.


Ero indeciso.


La verità era che avevo una gran voglia di sciare . Ottenere il poco denaro per questa vacanza, la primo dopo la guerra la prima della nostra vita di adulti e rimediare alcune attrezzature per gli sci , era stata una grande impresa. Le ragazze .... certo... le ragazze. Ma poi sapevo che sarebbero arrivate lo stesso.


Cosí che raggiungemmo tutti gli altri all`inizio discesa.




Pietrificati ! Rimanemmo tutti pietrificati ! Sotto di noi, non sopra di noi, ma sotto di noi si apriva un cielo nevoso , senza nuvole. Magie nordiche, castello di ghiaccio, fate e gnomi, mancava solo Merlino, tutto era li, silenzioso ed atterrante. Per arrivare laggiù in fondo valle, c`era un pendio di neve bianca, intonsa , che si sprofondava a 45 gradi. A malapena si riusciva a scorgere la fine. Solo poche casette piccine, e senz `altro di nibelunghi che se la ridevano a crepapelle di noi.
Tutti sapevamo sciare un po´. Ma solamente un po´e solo in quei dolci pendii discese dell'Appennino vicino Roma, dove i miei parenti del nord dicevano che "la neve la portavano con i sacchi”.
Ma questo era l `Everest !
E sentimmo da lontano le dolci, confortevoli tirolesi ridere di noi. Con le loro treccine bionde, i loro abiti rossi, le loro scollature mozzafiato. E noi eravamo per loro gli otto italiani cagoni , spaventati dalla discesetta.
Feritissimo nell`orgoglio dissi a M.:
- Qui è una questione di patriottismo! Duemila anni di storia ci stanno a guardare ", dissi, parafrasando il Corso famoso di fronte alle piramidi
- Non possiamo permetterci, noi, discendenti dei Cesar, di essere sfottuti da queste tre stronzette tirolesi di merda, anche se hanno le tette piú belle del mondo !
Tutti convennero seriamente.
- Che fare? Chiese Vincenzo, il comunista ,che sempre citava Lenin.
Anche M. cominciava apreoccuparsi.. F., il futuro critico d´arte si soffiava il naso per emettere suoni e non opinioni. L., il futuro giudice della Suprema Corte dei Conti, commentó gravemente con un "porca puttana", ma sottovoce, perché era timido. P., che avrebbero diritto al titolo di Eccellenza ed era un esperto in bestemmie originali, se ne uscí con un inedito "Dioa Canfuro !”.-
E ci gettammo ad eroico rompicollo con i nostri sci smandrappati , per salvare l'onore della Patria Imperiale Romana.
"Acthung, schlavinien!". Pensammo che fosse un avvertimento per i cacciatori.
E continuammo valorosi: la morte o la gloria !
Non morimmo. La sera si era tutti a casa nell`hotel, al sicuro. Morti di fame, ma salvato l`orgoglio. Eravamo caduti, ricaduti, stracapitombolati, ammaccatissimi ma avevamo conquistato, non la vetta , ma il fondo valle! Mancava solo gridare Viva l´ Italia!
Non lo gridammo, perchè a quei tempi non fossimo tacciati di nostalgici. I mei contemporanei, se ce n` é nel mondo, sanno cosa intendo.
Di notte, alla cena, le cameriere servivano con diligenza tutti i clienti, secondo l´ innato senso del dovere teutonico. Ma, approfittavano delle migliori scuse per svolazzare intorno i nostri due tavoli con le loro gonnelline fluttuanti a pieghe, plissè . E ci chiedevano se volevamo Wiener Schnitzel ridere Rost mit kartofeln (milanese con patate al forno).
"Sì, sì “ io risposi in italiano, ma prefeririei la tua Wiener Schnitzel.
Non so se capirono, ma senz`altro intuivano qualcosa perché se la ridevano con quelle gonnelline a pieghe che a carezzavano le loro gambette sculettanti e sode.
Quando giunse il momento di andare a letto, qualcuno scoprí:
"Ma se ci sono solo tres froilein , come facciamo? Tre non è divisibile per quattro e nemmeno per otto.
E cominciò una discussione tremenda sulle priorità, la precedenza, su chi si sarebbe dovuto presentare, lancia in resta, e bien piantato, come in un torneo medievale. Scegliere i migliori rappresentanti alla Nietzsche..…o seguire la democrazia che stava diventando di moda? Procedere come in un assolo? O un Duo ? o un Trio? Una delle ragazze era scomparsa. Apparentemente disponibili erano rimaste solo due; anche se da un altro punto di vista si poteva dire che due di loro avevano a disposizione tutto fare la bellezza di otto Cavalieri Serventi.
"Forse sarebbe meglio che due di noi servissero una delle signore, e due , l'altra.
- Un momento ! E gli altri? - Domanda V., pediatra futuro, ostetrico e nutrizionista, che sarebbe diventato famoso in ambien te romano della dolce vita. Ma adesso era solo comunista e con un senso di solidarietà sociale.
- Masturbazione, masturbazione! - Suggerisce M. e permissivo, aggiunge: "Possiamo lasciare che guardino attraverso il buco della serratura.”
- Forse potremmo lasciare la porta socchiusa- propone piú generoamente V. , il comunista.
Improvvisamente entrò nella camera una delle ragazze. La più carina . V., M., El Fico e io rimanemmo senza fiato. C. e P. Si erano eclissati durante la discussione. F., critico d'arte futura, confessó poi che era stato con l`altra ragazza, parlando di arte. Increduli, gli rimproveriamo il suo poco senso di comunità. Ma lui era liberale.
"Non possiamo tirarci addosso tutti su questa ragazza ora, tutti e quattro insieme", disse M., sempre cavaliere, perché lui era barone, ed aveva riconosciuto in noi la più antica delle intenzioni.

"Smettiamola di fare il ruolo di italiani morti di fame di donne. Non siamo mica marocchini!-.
Intanto la froilein aveva cominciato a preparare il duchant con serietà. La camicia si era aperta un po sul seno, perchè un bottone si era slacciato, solo. Ci guardó. Cominció a sorridere e slacció un altro bottone. Chissà per essere piu libera nei movimenti. Poi, facendo il letto, stendendo il copriletto , si inclinó a sufficienza perche noi si vedesse, golosi e imbambolati , quei pochi centimetri di gambe nude tra le calze bianche e mutandine rosse.
Era troppo. M., il barone , le si avvicinò e, chinato il capo in stile "baronile", scoccó una bacio irresistibile sulla pelle nuda.La ragazza balzò in piedi, ci guardò serísima e dopo un secondo esplose in una risata a singhiozzo che ci soprese e non sapevamo come interpretare. Si stese con decisiones sul letto, finí di sbottonate la camicia e in un secondo scomparve la gonna plissè. Quelle mutandine rosse erano una delizia. Disse qualcosa in tedesco che naturalmente non capimmo, poi passó all`italiano. Lo parlava abbastanza bene , con un accento che rendeva dolce persino quella lingua di guerrieri: Fediamo cosa sano fare questi beli italiani spagheti.-
V.,il comunista, lasció la stanza disgustato. Disse che noi stavamo approfittando di una povera proletaria con secoli di sottomissione. La ragazza diceva si ma voleva dire no.- Vecchio retaggio del Jus Primae Noctis). E se ne andò.
Rimase con noi il Fico, amico occasionale. Non gli prestavamo molta attenzione.- M. e io, da buoni amici , cercavamo di dividerci tutta quella grazia di dio e la valkiria a ridere, a muoversi, diceva "ja...ja....ja...."
Fino a quando, improvvisamente, M. ed io ci rendemmo conto che il nostro amico era ai piedi del letto, quasi in ginocchio, arruffatissimo. Nella mano sinistra aveva il piede nudo della ragazza e lo accarezzava e sbaciucchiava con voluttà.... Ma noi tre, M., la ragazza ed io scoppiammo a ridere quando vedemmo quello che stava facendo con la sua velocissima mano destra.- La ormai eccitata valkiria rideva piú di noi due, come un torrente impetuoso primaverile. Ci guardò, a noi due, con quegli occhi suoi azzurri e bellissimi e rabbrividendo con tutto il suo corpo e ci disse qualcosa in tedesco che naturalmente non capimmo.
Il povero Fico,mezzo piangendo e mezzo implorando, biascicava:
"Un piede, per favore... lasciatemi almeno un piede!

7 commenti:

Thomas ha detto...

sencillamente glorioso

Lebowski ha detto...

Espectacular. Pero la abstención del comunista, y su fundamento, TIENEN que ser 100% ficción.
De lo contrario, ese tipo pasa a ser mi ídolo, al lado de Dovlátov.

Gracias por compartir estas historias con nosotros, don Aldo.

Un abrazo

Aldo Macor ha detto...

Lebowski:La verdad es que ni se quien es ni creo haber oido hablar nunca de Dovlátov, lo cual no es indicio de nada especial. Pero sí, Vincenzo era asi! Era comunista puro, fue muy gran amigo, aprendí muchisimo de él,era algo mas inteligente que yo, me invitó a frecuentar con él la Asociacion para las relaciones culturales con la Union Sovietica, en Roma. No fuè ficción. Y me diste la idea de escribir algo sobre una travesura de juventud, alguito más tarde, cuando él era ya medico y yo todavia estudiante de derechos. Ja ja ja fue la única vez que se enojó fuertisimamente conmigo !

Lebowski ha detto...

Qué genial. La realidad supera la ficción, dicen.

Me muero de ganas de leer esa historia del enojo de V.

Ah, Dovlátov es este:

http://es.wikipedia.org/wiki/Serg%C3%A9i_Dovl%C3%A1tov

Se lo recomiendo vivamente. Sobre todo, "Los nuestros". Aunque acá, en Uruguay, difícil que lo encuentre.

sagos ha detto...

Ameno. Hace parecer fácil el proceso de la escritura don Aldo, muy natural.

Roberto ha detto...

eh allora non posso non commentare con "Viva l'Italia!"

Anonymous ha detto...

Aldo, simplemente maravilloso