15 nov 2010

La Paternitá in Porto Ordaz e San Pietro a Roma


Nel 1992 si inaugurò in Porto Ordaz  il monumento alla Paternità.  Quella scultura mia, secondo mi dissero, era la più grande che si fosse fuso in Venezuela; anche se poi io non sono proprio sicuro che sia certo.  In ogni modo, sia o no meritevole di questo Guinnes  venezuelano,  per la fusione si usarono più di novecento chili  di bronzo  e si superarono felicemente  vari problemi tecnici. E, detto incidentalmente, dovuto alle folcloriste  interpretazioni della  amministrazione dello stato, me la pagarono con molto ritardo  e ancora manca una parte.
Ma non era questo che volevo dire.
Pochi minuti prima dell'  inaugurazione  mi si avvicinò una ragazza, una giornalista di una pubblicazione locale, per farmi un'  intervista.  Chissà perché, forse per via di quello gnomo ridanciano e mattacchione  che alle volte mi  suggerisce bugiette  e  a prendere benevolmente in giro me stesso e gli altri, cominciai a parlarle de certe sculture a Roma.  E mi venne di parlare della statua in bronzo di San Pietro, nella basilica di San Pietro. Le dissi che  era stata fusa  molti secoli addietro e che il suo piede  destro, quasi nudo come è di prassi nei sandali del pescatore, fuoriesce  un poco dal piedistallo, invito ai fedeli perché lo notino. E lo hanno notato tanto che per secoli si sono inginocchiati di fronte alla statua  ed hanno accarezzato e baciato il piede del santo.
-Tutto scorre e con il tempo il piede del santo si è consumato, - dicevo io alla giornalista  che con compunta professionalità  annotava tutto in un suo libriccino, - di modo che adesso il piede del povero san Pietro  quasi non ha più dita.-  
Qui intervenne ancora il mio gnomo mattacchione  che mi obbligò a dire  alla giornalista che qualcosa di simile  succederebbe alla mia statua della Paternità.  La ragazza mi guardò curiosa.  Aveva dei bei capelli biondi che giocavano a rimpiattino con il sole.
-Però la mia non è la statua di un santo, - le chiarii. - Rappresenta un giovane padre, nudo, bello, che mostra la sua forza e la sua virilità; e che si inginocchia  per prendere in braccio il suo figlioletto e lo alza sopra di sé. La statua rappresenta  l´ amore del padre verso il figlio e un invito a popolare queste zone, come un inno alla procreazione, alla fecondità.
La ragazza continuava a scrivere   sul suo taccuino.
- Lei deve aver notato che  nella statua del padre  è bene alla vista il membro virile, - continuai.
 La ragazza ebbe un momento di indecisione, poi continuò a scrivere.
-Secondo certe  tradizioni greche e romane- continuava a suggerire quel mio bugiardo  gnomo mattacchione,- la statua di un uomo che rappresenta la paternità è di buon augurio per le  vergini candidate a nozze.   Quando volevano sposarsi o aver discendenza, si avvicinavano alla statua, toccavano,  accarezzavano e baciavano il  membro virile  - così come in altro contesto fanno col piede le pie donne in San Pietro -  per aver fortuna, trovar marito ed essere prolifiche.-
-La giornalista era sempre più nervosa,  però  continuava a scrivere imperterrita.
- Così che lei, señorita, potrà pubblicare nel giornale che lo stesso succederà alla mia Paternità. Tra qualche tempo quella parte della scultura sarà   più  lucida  e avrà perso la patina iniziale  per tutte le carezze e bacetti  delle ragazze di qui che vogliono sposarsi.  Sarà di un bel colore bronzo oro.-
Poco dopo cominciò la cerimonia ufficiale.

Ttempo fa il mio amico Claudio di Porto Ordaz  mi ha telefonato per dirmi:
-Senti un po`, Aldo.  Cosa è successo con  il pirolino della tua statua? E` come se avesse perso la patina, è di un colore differente,  sembra che abbia il pirolino d`oro... .Sarà che è stato fuso male ?
-Non lo so, Claudio. Non ho idea.-

1 commento:

Anonimo ha detto...

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